Paura da squalo? Niente di più normale. Divoratori di sangue, denti affilati, cinema, letteratura, sentimento comune, tutto concorre a farci accapponare la pelle alla vista di una pinna che emerge dalle onde. Tutto falso. O meglio, lo squalo è un predatore perfetto, una macchina d’attacco che dai tempi dei dinosauri domina gli oceani del mondo. Oltre a udito, olfatto e vista eccezionali ha un sesto senso: può sentire dal suo muso persino il campo elettrico delle sue prede, ma tranquilli, l’uomo non è un suo bocconcino. Le probabilità di essere attaccati dagli squali sono percentuali in cui c’è uno zero, seguito da una virgola, seguita da un’altra sfilza di zeri. Diciamolo subito: sei attacchi mortali all’anno in tutto il mondo e uno ogni due anni negli Stati Uniti. In America per smontare la contagiosa sindrome da pesce cane sono state fatte tantissime statistiche – alcune potranno farvi sorridere e sembrare bizzarre – ma servono solo per metterci davanti la realtà: altro che pinne e mandibole ben più fatali pericoli sono in agguato dietro l’angolo.
Si capisce subito che non siamo appetitosi per gli squali, infatti, quando per errore attaccano l’uomo, mai procedono al pasto. Il punto è che confondono un surfista prono sulla tavola per una foca, un tricheco o una tartaruga. Ma al contrario a essere vittima sono proprio loro: centinaia di migliaia di squali muoiono ogni anno a causa dell’uomo, pescati, ad esempio, per preparare una ricercata zuppa di pinne.
Ghiaccioli – Farete fatica a crederci ma tra le cause di morte ci sono anche loro i ghiaccioli. Quelli che si formano sotto i cornicioni e che misti alle innocue palle di neve diventano fatali. Si stimano in America ogni anno incidenti mortali per 15 persone.
Api – Buono il loro miele. Bellissimi i fiori che impollinano. Ma sappiamo bene che questi piccolissimi insetti possono essere molto pericolosi. In effetti, il loro pungiglione è letale per 100 persone all’anno.
Cocco – Quando meno te lo aspetti può cadere. Altro che cocco bello. La noce di cocco è assassina per eccellenza. Si stima che ogni anno muoiano circa 150 persone. Che dite, meglio tenersi alla larga da certi viali alberati.

Tappi – Brindate in sicurezza. No, non ci si riferisce al bere responsabile, ma al pericolo sempre in agguato quando si stappa una bottiglia di vino o spumante. Fatelo con cautela perché 24 persone muoiono ogni anno per colpa di un tappo con traiettoria sbagliata.
Hot dog – Circa il 17 per cento di tutti gli strozzamenti da cibo ha come responsabile un hot dog. Non sono mica numeri coi quali scherzare, 50 persone all’anno, negli States, muoiono per un morso avventato su un panino probabilmente troppo gustoso.
Ippopotami – Saranno pure pupazzi panciuti e morbidi ma meglio non avvicinarsi in natura. Anche se vi sembrano placidi ruminanti degli specchi d’acqua africani qualunque ranger vi terrà alla larga dalle loro grinfie. Già perché gli ippopotami sono molto territoriali e responsabili di 3000 decessi l’anno.

Cane – Sicuri che il cane sia il miglior amico dell’uomo? Potrebbe esserlo benissimo anche lo squalo. I nostri amici a quattro zampe non sempre sono inoffensivi. Circa 30 persone all’anno negli Stati Uniti sono uccisi da un attacco di un cane domestico.
Letto – Manco adagiati sotto le coperte si può stare tranquilli. Sembrerà un paradosso ma non c’è niente di più pericoloso che starsene sdraiato a letto. Sono circa 450 gli americani che muoiono proprio cadendo dal loro giaciglio.
Distributori delle merendine – Ci sono persino loro a mandare all’ospedale le persone. Si contano 37 persone, dal 1978 al 1995, morte perché hanno tentato di prendere qualcosa dalle macchinette degli snack. Una media di 2 persone all’anno.

Selfie – Selfie davanti alla gara di ciclisti. Selfie su una scala. Selfie immortalando alle spalle un orso o un toro. Fate attenzione ai click troppo rischiosi: una decina di persone all’anno hanno incidenti mortali per colpa della mania dell’autoscatto.
Facebook Comments