La sveglia suona molto presto. Alle 6.30 si è già al lavoro tra i bagagli dell’aeroporto di Zurigo. Per Winner e la sua squadra di altri 4 amici a quattro zampe comincia una giornata faticosa. Il lavoro non manca mai, purtroppo. È un lavoro di fiuto quello del pastore tedesco poliziotto. Ma niente droga, Winner un cagnolone di sei anni, è addestrato per combattere un altro commercio illegale, che sfiora cifre da capogiro, quanto la cocaina o i metalli preziosi: il traffico di animali. Un mercato clandestino sospettato di finanziare persino il terrorismo.
Un aereo è atterrato. Arriva dall’estremo oriente. Sul nastro trasportatore i 5 cani si fanno slalom tra le valige annusandole accuratamente. Winner abbaia. È insistente. Deve aver trovato qualcosa. La valigia viene aperta e tra i vestiti, ecco spuntare due grossi bracciali di avorio. “In un anno abbiamo fatto 1300 requisizioni – afferma il sergente Marc del Corpo delle guardie di confine svizzere – ci sono oggetti come denti di leone, pelli di serpenti, teste di coccodrilli, ma anche animali vivi come boa, tartarughe, tarantole” . Si tratta di specie molto diverse ma tutte accomunate da un identico verdetto: essere specie protette, in via di estinzione. L’addestramento delle unità cinofile dura mesi: “Il meccanismo di riconoscimento si basa su odore e ricompensa, i nostri cani sono capaci di fiutare 10 odori che permettono di individuare 70 specie tra piante e animali protetti” spiega ancora il sergente Marc.

La ricompensa di Winner per aver scoperto i bracciali di avorio
Ma quali sono i percorsi dei traffici di natura?
Ovviamente c’è una prima rotta che parte dall’Africa – centinaia di elefanti e rinoceronti sono uccisi ogni anno – e ha come destinazione i mercati orientali come Cina, Tailandia. Con l’avorio ricavato dalle loro zanne si confezionano oggetti vari, mentre con la polvere di corno si preparano afrodisiaci o terapie usate nella medicina tradizionale. Per questo anche l’AWF (African Wildlife Foundation), una onlus con sede a Nairobi e attiva dal 1961, ha messo in piedi una squadra mobile di otto “sniffer dogs” – tra pastori belga, bracchi tedeschi e sprigel spaniel – che prestano servizio nei nodi nevralgici del contrabbando, quindi negli aeroporti e porti di Kenya, Tanzania, Mozambico e Uganda.
Ma poi c’è una seconda rotta: quella che dai paradisi esotici turistici arriva a casa nostra, in Europa. Ed è per questo che la Svizzera ha sguinzagliato Winner e i suoi amici. Di ritorno dalle vacanze, le valige si riempiono di molte sorprese: souvenir, oggetti di lusso o addirittura animali vivi. Ma per fortuna ci sono le forze dell’ordine, gli ispettori doganali e i cani poliziotto a far rispettare la Convenzione CITES di Washington che vieta il traffico di tutte le specie protette proprio perché rischiano di sparire per sempre.
Facebook Comments