Katowice (dai nostri inviati) – Le pagine si sono ridotte a 200. E i nodi rimasti al pettine, nei negoziati sul testo del Rulebook che attua l’Accordo di Parigi, non sono moltissimi, ma in compenso sono difficili da sciogliere. Secondo Patricia Espinosa, a capo della sezione ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC) “è alla nostra portata finire il lavoro della COP24“, anche se “rimangono molte divisioni politiche. Molte questioni devono ancora essere superate”.
Quella sul report dell’IPCC, ad esempio. E’ dovuto intervenire Hoesung Lee, presidente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, per ribadire i risultati del report, ossia che l’obiettivo 1,5°C è raggiungibile, ma ciò può avvenire “solo se i governi intraprendono un’azione urgente e di ampio respiro in tutti gli aspetti della società”, con molte implicazioni per la definizione delle politiche.
“Ogni aspetto del riscaldamento è importante. Ogni anno conta. Ogni scelta conta. Con questo rapporto, il messaggio scientifico è chiaro. Spetta a voi, ai governi, agire“.
Nella giornata di oggi, la presidenza polacca della COP24 ha deciso di formare coppie di ministri “facilitatori” del dialogo, tanti quanti ne servono per trovare una soluzione di compromesso su ciascuno dei punti cruciali rimasti senza accordo.
A: Questioni finanziarie, come il fondo per l’adattamento (Adaptation Fund), l’articolo 9.5 dell’Accordo di Parigi (le comunicazioni ogni due anni che i paesi sviluppati danno a proposito delle risorse a disposizione per quelli in via di sviluppo, quantità e qualità); l’articolo 9.7 (ossia le comunicazioni trasparenti e coerenti sul sostegno fornito e mobilitato attraverso gli interventi pubblici a paesi in via di sviluppo, “conformemente alle modalità, procedure e linee guida” da scrivere a Katowice); i nuovi obiettivi comuni di finanza climatica.
Individuati i ministri “facilitatori”: si tratterebbe di Yasmine Fouad, ministro dell’Ambiente dell’Egitto, e Jochen Flasbarth, segretario di Stato e ministro federale dell’Ambiente, la Conservazione della Natura e la Sicurezza Nucleare della Germania.
B: Le regole, le procedure, le linee guida. In questo capitolo, argomenti spinosissimi come la cosiddetta “trasparenza” – un tema questo che attraversa ogni azione ed è fondamentale in qualunque campo, per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Individuato (allo stato attuale, fino alle 17 di oggi), per questo delicato capitolo, solo uno dei due facilitatori: si tratterebbe di Teresa Ribera Rodríguez, ministro della Transizione Ecologica spagnolo.
Guida alla mitigazione e NDCs (Contributi determinati delle singole nazioni nell’obiettivo comune di mitigare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici).
Ministri facilitatori, Ola Elvestuen, ministro del Clima e dell’Ambiente norvegese, insieme a Masagos Zulkifli, ministro dell’Ambiente e delle Risorsa Acqua di Singapore.
Global stocktake, ossia l’appuntamento quinquennale previsto dall’Accordo di Parigi a partire dal 2023, per valutare i progressi collettivi verso gli obiettivi.
David Paul, ministro dell’Ambiente della Repubblica delle Isole Mashall.
Nessun facilitatore ancora sui paragrafi riguardanti i “Gruppo consultivo di Esperti” e la “Conformità“
C: Per l’adattamento e le relative raccomandazioni e comunicazioni, facilitatori Kimmo Tiilikainen, ministro dell’Ambiente finlandese, e Lamin Dibba, suo omologo in Gambia.
D. L’implementazione cooperativa, articolo 6 dell’Accordo di Parigi. In particolare l’articolo 6.2, che impone “metodi di calcolo rigorosi per garantire, inter alia, che si eviti la doppia contabilizzazione”; l’articolo 6.4 che prevede un “meccanismo per contribuire alla mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra e promuovere lo sviluppo sostenibile, gestito da un organismo designato dalla Conferenza delle Parti”; l’articolo 6.8 che prevede “approcci non di mercato, integrati, olistici ed equilibrati messi a loro disposizione per assisterle nell’attuazione dei contributi determinati a livello nazionale, nell’ambito dello sviluppo sostenibile e dell’eliminazione della povertà, in modo coordinato ed efficace, anche attraverso mitigazione, adattamento, finanziamenti, trasferimento di tecnologia e rafforzamento delle capacità, ove opportuno”.
James Shaw, ministro del Cambiamento Climatico in New Zealand, e Carolina Schmidt, ministro dell’Ambiente in Cile.
Ancora da individuare (ancora alle 17 di oggi) i ministri “facilitatori” su:
E. Questioni inerenti le tecnologie. La struttura che se ne deve occupare, le modalità, la valutazione periodica del meccanismo tecnologico.
F. Le misure di risposta.
G. I registri relativi all’Adattamento e agli NDC.

COP24
Ci si farà entro venerdi sera ad avere il libro delle regole per attuare l’Accordo di Parigi?
Patricia Espinosa ha parlato con determinazione ai delegati in plenaria: “Il pacchetto di Katowice deve fornire il programma di lavoro per l’Accordo di Parigi, fare progressi in materia di finanziamenti e fornire una solida base per la revisione dei contributi determinati a livello nazionale (NDCs) nell’ambito del dialogo di Talanoa. Progressi significativi nei testi negoziali sono stati raggiunti, ma permangono diverse questioni politiche. A tal fine, vi ricordo che la scadenza per la conclusione del programma di lavoro non è stata imposta da noi, ma dalle Parti, da voi, quindi. Portando a termine il programma di lavoro, possiamo immediatamente liberare tutto il potenziale dell’Accordo di Parigi e la sua promessa di un futuro a basse emissioni e resiliente per il clima“.

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