Katowice (dai nostri inviati) – Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, presente a COP24 per i negoziati sul libro delle regole attuative dell’Accordo di Parigi, dice che l’Italia spinge per la massima ambizione e annuncia la candidatura italiana per ospitare la COP26  del 2020.

Secondo Costa, anche i paesi meno ambiziosi si metteranno in azione, perché saranno i fatti – e l’economia stessa, il mercato – a convincerli.

Il ministro incontra a Katowice anche la delegazione di Coalizione Clima e riceve apprezzamento per la conferma della decisione di uscire dal carbone al 2025. Il vice premier Luigi Di Maio, ministro allo Sviluppo Economico, nel frattempo a Roma riceve invece da Legambiente 35 mila firme per chiedere lo stop ai sussidi per i fossili.

Costa non commenta: “La competenza sull’argomento non è mia”. Ma è una “competenza”, quella che riguarda le fonti fossili e le conseguenti emissioni, che ha molto a che vedere con quello di cui si discute alla Conferenza di Katowice. Non a caso l’azione di Legambiente arriva a Di Maio mentre è in corso la COP24, dove a rappresentare l’Italia c’è il ministro dell’Ambiente.

Costa è certo che sarà l’economia green – e le politiche adatte a sostenerla – a convincere anche i paesi più reticenti. La sua “ricetta” funziona – dice – anche nel nostro Paese, anche all’interno delle dinamiche di governo, tant’è che per la prima volta , dice,”il ministero dell’Ambiente non è più la solita cenerentola“. Il ragionamento (“se non ci perdo, perché non farlo”) può far diventare green persino la  Lega salviniana…

A proposito di economia green, col ministro parliamo anche di End Of Waste.

 

 

 

 

 

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