Perugia, 7 aprile – Festival internazionale del giornalismo – Molti gli spunti interessanti offerti dall’intervista del direttore di repubblica Mario Calabresi al nerd americano Craig Newmark, fondatore di Craiglist e della Craig Newmark Foundation. L’argomento è attuale: nel tempo delle fake news, al festival del giornalismo non si può non parlare di qualità e affidabilità delle notizie.
Craig Newmark ha scritto un post in cui dice che la sua fondazione devolverà un milione di dollari a ProPublica, una comunità di editori e giornalisti, tra cui anche dei premi Pulitzer, che si occupa di giornalismo investigativo nell’interesse pubblico. “Mi sono accorto della crisi nella fiducia nel giornalismo negli ultimi vent’anni. I politici, in America ma non solo, danno informazioni false e sembrano incoraggiati a farlo dalla televisione”, dice Newmark. “Io sono un consumatore di notizie e voglio solo informazioni di cui mi posso fidare”. Proprio l’affidabilità delle notizie e il giornalismo di qualità sono stati il punto fondamentale dell’intervista. Anche i giornalisti americani dovrebbero avere, proprio come gli avvocati o i medici, un codice deontologico che indichi i comportamenti eticamente scorretti ed evidenzi l’importanza del fact checking per evitare notizie fasulle. Proprio con questa finalità improntata alla riscoperta dei valori originari del giornalismo l’associazione di Craig ha anche finanziato una cattedra in etica del giornalismo al Pointer Institute a Saint Petersburg in Florida. Solo il controllo delle informazioni garantisce infatti un giornalismo affidabile e trasparente che rende possibile la tracciabilità delle notizie individuando la loro provenienza e il responsabile di eventuali fake news. Ed è esattamente questo l’obiettivo che si propone di raggiungere il “Trust project” di cui Craig è uno dei finanziatori presso il Marcula Center for applied Ethics della Santa Clara University. Uno degli ultimi progetti supportati da Craig insieme ad altri finanziatori, per il quale sono stati stanziati 14 milioni di dollari, è la “News integrative initiative”, progetto realizzato in collaborazione con la City University of New York che risponde all’obiettivo di Newmark di sviluppare in rete dei watchdogs, cani da guardia e fact checkers che vadano a caccia di notizie false segnalandole per procedere poi alla loro eliminazione. Per Newmark il fact checking è garanzia per andare verso un giornalismo trasparente.
Ma davvero può essere una medicina sufficiente per combattere le fake? E i cani da guardia non potranno trasformarsi in censori limitando la libertà di opinione?
Tra i futuri progetti del nerd, anche la collaborazione con Facebook e Google per una maggior efficienza nel processo di controllo delle notizie. Quello propugnato da Craig e reiterato più volte nel corso della sua intervista, è dunque un giornalismo in buona fede, credibile e degno di fiducia che aspira alla trasparenza, la verità e la coerenza, caratteristiche che sembrano divenute sempre più rare nello scenario informativo attuale dove le manipolazioni individuali e le ritrattazioni successive paiono ormai dominare il panorama delle notizie. Una rivoluzione in buona fede dunque quella che si augura Craig, una rivoluzione supportata dalla tecnologia “con toni civili e pacati”, nella convinzione che “solo la verità ci farà liberi”.
Raffaele Bianco
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