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I fenomeni migratori sono propri degli esseri umani e esistono da sempre, come manifestazione del nostro istinto di conservazione e della nostra meravigliosa capacità di adattamento. Sono riportati nei libri di storia
e nei più alti esempi di letteratura mondiale perché sono un’espressione del nostro essere umani. Ma facciamo un esempio. Ricordate l’Eneide e la fuga di Enea da Troia con la sua famiglia e i sopravvissuti che lo vollero seguire? Se i vostri studi sono ancora freschi probabilmente ricorderete il momento straziante in cui Enea si volta e si accorge che nella confusione della fuga sua moglie, Creusa, è scomparsa. Questa è l’esperienza di moltissimi migranti ancora oggi, che, nei loro lunghi e faticosi viaggi, spesso subiscono la straziante perdita di un familiare scomparso, per diversi motivi, lungo il tragitto.
Ogni anno, infatti, sono migliaia le famiglie separate da eventi come conflitti armati, disastri naturali o, appunto, migrazioni. È per questo che esistono organizzazioni e enti che si occupano di ripristinare i legami
familiari tra persone che per svariate ragioni non sono riuscite a rimanere in contatto pur volendolo.
Importantissimo in questo ambito è l’apporto della Croce Rossa, che gioca un ruolo fondamentale sul panorama mondiale nella gestione dei rapporti tra Stati in situazioni delicate quali guerre, disastri ambientali e migrazioni. In particolare, la Croce Rossa Italiana e le altre Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, assieme al Comitato Internazionale di Croce Rossa, operano in tutto il mondo in contesti che richiedono un intervento umanitario al fine di identificare persone disperse e ristabilire un legame con i loro familiari.

Rintracciare e raggiungere un familiare scomparso, soprattutto se si trova in un altro paese, è un’impresa quasi impossibile per un singolo individuo, quindi la Croce Rossa offre il suo aiuto nella ricerca dei congiunti delle persone che richiedono il servizio attraverso una rete estesa in tutto il mondo chiamata RFL, cioè Restoring Family Links, che significa “ripristinare i legami familiari”.
La Croce Rossa Italiana, in particolare, si attiva in questo senso attraverso svariate modalità. I porti di sbarco e le zone di transito per chi migra nel nostro paese sono il primo luogo di assistenza e proprio qui la Croce Rossa si muove per prevenire le separazioni familiari. Questo avviene informando e assistendo le famiglie affinché si cerchi per loro una soluzione abitativa e lavorativa che gli permetta di continuare a vivere insieme, soprattutto se bambini o giovani sono coinvolti. È, inoltre, necessario che un migrante sia in grado di comunicare, se ne ha necessità, con la famiglia che si è lasciato alle spalle nel suo paese di provenienza. Per fare ciò la Croce Rossa può consegnare dei messaggi, scritti o verbali chiamati Messaggi di Croce Rossa e Safe and Well in Italia e all’estero. Inoltre, se la situazione lo richiede, è possibile anche effettuare una ricarica telefonica per chiamate da cellulare. Attraverso la rete RFL in Italia e all’estero, inoltre, è possibile rintracciare i propri familiari dispersi, avvalendosi in particolare di un servizio chiamato TracetheFace (https://familylinks.icrc.org/europe/en/Pages/home.aspx): un database dove si possono inserire foto e informazioni della persona affinché siano avviate le ricerche. Spesso si rende necessario anche intervenire per il riconoscimento delle salme per chiarire la situazione di una persona dispersa e la Croce Rossa si incarica di facilitare questo processo.
Una delle funzioni più importanti della Croce Rossa nell’ambito del ricongiungimento familiare è, infine, la facilitazione della trasmissione di documenti alle famiglie e del dialogo con le autorità coinvolte nella procedura, un’azione vitale affinché la riunificazione possa avvenire velocemente e senza imprevisti.
Purtroppo nella nostra società gli stereotipi legati ai migranti sono ancora estremamente presenti e spesso sono talmente preponderanti nelle nostre menti da impedirci di vedere queste persone per quello che sono
prima di essere migranti: persone.
“Vengono per rubarci il lavoro” è uno slogan razzista e offensivo che sentiamo spesso ripetuto da politici, personaggi famosi e comuni cittadini ed è certamente efficace nel guadagnarsi il consenso dei più vulnerabili in un momento di forte crisi economica, ma cosa dicono le statistiche? Secondo i dati Eurostat, la ragione della migrazione per la maggior parte (circa il 38%) dei migranti che arrivano in Europa, è il ricongiungimento familiare.
Questo vuol dire che ci sono migliaia di madri, padri, figlie e figli che affrontano i pericoli di un lungo viaggio solo per poter rivedere i propri familiari e io credo che ci dovremmo soffermare su questo prima di
abbandonarci a giudizi approssimativi, pregiudizi e odio cieco e inutile. Dovremmo cercare di essere più compassionevoli e comprensivi e cercare di fare ognuno la nostra parte per rendere questo un mondo migliore e più inclusivo, un mondo in cui forse alla guerra e alla povertà non si può mettere fine, ma un mondo in cui chi attraversa mari e deserti per rivedere suo fratello non viene trattato come un essere umano di serie B, ma con la gentilezza e l’accoglienza di cui, sono certa, siamo ancora capaci.
Maria Luisa Orlandi 4 P
Liceo Scientifico Galeazzo Alessi Perugia
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