#noneunopinione #keepracismout #maipiurazzismo
Riqualificare gli spazi abbandonati della città per ritrovare la socialità e contribuire alla diffusione della cultura e dell’inclusione.
È questa la proposta che gli studenti del Liceo Scientifico Galeazzo Alessi di Perugia hanno avanzato ai consiglieri comunali dell’Amministrazione perugina al termine di una discussione in videoconferenza. Gli studenti hanno compreso che è necessario fare un lavoro su loro stessi e sensibilizzare i cittadini nell’adottare comportamenti inclusivi, senza alcuna distinzione di etnia o genere. Hanno ritenuto quindi necessario iniziare incontrando i rappresentanti delle istituzioni, coinvolgendo i consiglieri di lista civica Fabrizio Croce e Lucia Maddoli.

Gli studenti, che partecipano al progetto “Il Razzismo non è un’opinione” di Direfarecambiare e Oltre le Parole onlus insieme a Giornalisti Nell’Erba, hanno indagato sugli spazi per l’inclusione sul territorio e sono arrivati alla conclusione che è necessaria una politica specifica che sia luoghi di incontro ai cittadini.
L’inclusione avviene solo se gli individui hanno il coraggio di aprirsi agli altri e sperimentare nuove culture o semplicemente essere curiosi di sapere come si vive al posto di uno straniero o un immigrato. Spesso, però, le persone tendono ad assumere comportamenti esclusivi, formando gruppi chiusi. Di conseguenza la discussione è ruotata intorno al tentativo di creare spazi comuni per tutti, in modo da facilitare l’inclusione dei cittadini di qualsiasi genere ed etnia, specialmente coloro che provengono da un altro paese o non sono di origini italiane. È emerso che risulta fondamentale puntare sull’integrazione in quanto gli stranieri che passano attraverso l’Italia e in particolare l’Umbria, non vedono più la regione come un territorio di passaggio ma vi si stabiliscono e lavorano, contribuendo quindi anche allo sviluppo dell’economia locale. Durante l’incontro, anche grazie al contributo degli studenti, si è discusso di iniziative di inclusione come il campionato sportivo di calcetto Star Cup, molto popolare, ma riguardando ambienti parrocchiali con accesso “limitato” permetterebbe un’integrazione limitata. Infatti, ciò che i ragazzi chiedono è la creazione di ambienti pubblici dove tutti possono recarsi per socializzare e divertirsi in compagnia. La realtà fa capire che spazi di questo genere già esistono, come i CVA in varie parti del perugino, ma negli anni sono stati parzialmente abbandonati o adibiti ad altri usi, come le palestre. Le discussioni si sono poi rivolte verso eventuali riqualificazioni di tali ambienti, dato che sarebbe più conveniente riutilizzare gli stessi piuttosto che costruirne degli altri. Alcuni studenti hanno sollevato il tema della pandemia di Covid-19 (ancora in corso) che ha generato non pochi problemi, soprattutto nelle generazioni dei più giovani. Infatti, la quarantena obbligatoria ha comportato la scomparsa quasi totale di interazioni sociali, fondamentali per l’inclusione sociale. Chi è stato ancora più penalizzato è chi non aveva o chi non ha la disponibilità economica per acquistare dispositivi elettronici, di fondamentale importanza in questo periodo per rimanere in contatto con gli altri. Di conseguenza, tutti gli studenti hanno potuto confermare che le fasce meno abbienti della popolazione, purtroppo per la maggior parte rappresentate da residenti stranieri o immigrati hanno subito gli effetti peggiori della pandemia, sia dal lato sanitario che dal lato sociale, rendendo quasi impossibile l’integrazione. Alla fine di questo incontro è emerso che è ormai cruciale promuovere nuove iniziative di inclusione, che siano favorite dalla riqualificazione di ambienti già esistenti e soprattutto siano realizzabili, considerando l’andamento della pandemia in corso che ha cambiato radicalmente il modo di socializzare.
Francesco Celesti 4P
Liceo scientifico Galeazzo Alessi Perugia
Facebook Comments