Italia e Croazia unite contro i cambiamenti climatici e la perdita della biodiversità, in un progetto per la salvezza del Mare Adriatico.

Da pochi giorni si è conclusa la COP26 che – tra alti e bassi – ha riacceso l’interesse dell’opinione pubblica sulla crisi climatica. Ma c’è un pericolo ben più imminente che potrebbe scatenarsi sulla nostra civiltà, è quello del crollo della biodiversità costantemente minacciata dall’azione dell’uomo. Secondo un rapporto della Nazioni Unite, sono circa un milione le specie a rischio estinzione a causa delle attività antropiche, con un tasso 1000 volte superiore a quello naturale.

Biodiversità e cambiamenti climatici sono strettamente e drammaticamente correlati, un esempio allarmante è quello che sta accadendo nelle coste del mar Adriatico. Lo stato di salute dell’ecosistema marino è in serio pericolo e i ricercatori stanno svolgendo numerosi studi per contenere queste drammatiche derive.

Il progetto Change We Care ha visto la collaborazione di Italia e Croazia, è finanziato dal Programma Europeo INTERREG V A, e ha contribuito a fornire ai decisori politici delle opzioni di pianificazione integrate, condivise con la cittadinanza dei territori esaminati, unitamente a misure di adattamento per le aree vulnerabili al fine di proteggere le comunità costiere. Le attività hanno previsto l’analisi dei rischi climatici a cui sono sottoposte le aree costiere adriatiche contribuendo a una migliore comprensione dell’impatto della variabilità e dei cambiamenti climatici sui regimi idrici, sull’intrusione salina, sul turismo, sulla biodiversità e sugli agro-ecosistemi che interessano l’area di cooperazione.


Il progetto è stato coordinato dall’Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR) e realizzato in collaborazione con altri dieci Partner italiani e croati: Regione Emilia Romagna (Italia), Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Italia), Regione Veneto (Italia), Istituto di Oceanografia e della Pesca (Croatia), l’Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA (Italia), l’Ente Gestore Parchi e Biodiversità-Delta del Po (Italia), l’Istituzione pubblica per il coordinamento e lo sviluppo della contea Spalato-Dalmazia –Rera S.D. (Croazia), l’Ente pubblico per la gestione delle aree naturali protette della contea di Dubrovnik-Neretva (Croazia), l’Ente pubblico Parco naturale del lago di Vransko (Croazia), Facoltà di Geodesia dell’Università
di Zagabria (Croazia).

“Oltre a un’ampia base di conoscenze sullo stato attuale e sulla possibile evoluzione di cinque siti pilota rappresentativi delle diverse tipologie di aree costiere adriatiche, i principali risultati del progetto includono una serie di procedure complete e versatili per la caratterizzazione delle dinamiche ambientali attuali e attese, nonché la definizione di strategie di risposta partecipata agli effetti del cambiamento climatico – commenta Davide Bonaldo, coordinatore del Progetto CHANGE WE CARE – Tutto ciò si è tradotto nel fornire ai decisori politici elementi utili per la redazione di Piani di Adattamento Climatico nelle aree pilota, garantendo allo stesso tempo un follow-up del Progetto”.

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Approda a Il Refuso nel 2008 dove rimane in pianta stabile dal 2014, dopo una serie di esperienze lavorative nel giornalismo, la comunicazione e il management. Nel 2010, diventa giornalista pubblicista, per Giornalisti Nell'Erba ricopre prima il ruolo di responsabile relazioni esterne e coordinatore generale, in occasione di Expo è coordinatrice di #gNeLab e dal 2015 vicedirettore di giornalistinellerba.it. Ama il cibo, la musica (rigorosamente antecedente agli anni 2000) e condividere i primi due in buona compagnia.

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