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Sebbene dovrebbe essere ormai da tempo raggiunta dappertutto l’inclusione sociale e l’integrazione, viviamo ancora in un mondo troppo povero di interazioni sociali fra persone di diversa origine, diverso orientamento sessuale, diversa corporatura, diversamente abili eccetera. È sbagliato pensare che l’esclusione sociale coinvolga solo persone di diverso colore della pelle perché ad oggi i motivi per cui non poter essere inclusi nella società sono molti di più. Vivendo in un mondo dove l’apparire, spesso e volentieri, supera l’importanza dell’essere, è difficile per chiunque riuscire a integrarsi, ancora di più per chi riconosce di essere differente dagli altri. Purtroppo ad oggi, le persone ad avere il privilegio di avere tutte le carte in regola per essere accettate dalla società non sono molte e in ogni caso, molto probabilmente, loro stesse non sentono di averle. La causa di questo enorme problema, che ogni giorno perseguita le nostre vite è il grande paradosso che siamo ormai abituati a vivere: se da una parte ci basta un click per ascoltare le parole della celebrità di Los Angeles che ci ricorda di accettare noi stessi e di esprimere sempre chi siamo senza paura del giudizio altrui, è sempre probabilmente la stessa che pubblica foto dove la perfezione è l’unico aggettivo da attribuire. In questo modo diventa facile sentirsi sbagliati o diversi e di certo i più tendono a ignorare o addirittura contrastare la verità dei fatti.
Considerando in dettaglio solo alcune delle numerose discriminazioni che ogni giorno coinvolgono un numero sempre maggiore di categorie di persone, si può fare un cenno alle vittime di diversa identità o orientamento sessuale, a quelle che appartengono ad altre etnie, alle persone che subiscono body shaming e a quelle rinchiuse in un corpo che non funziona come vorrebbero. Recente, ad esempio, è la notizia per quanto riguarda il nuovo punto di stallo del Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia tenuta dopo anni ancora in ostaggio in attesa di essere approvata. Anche il solo garantire più diritti a una categoria di persone di diverso orientamento sessuale, che attualmente ne ha di meno, viene reputato, ad oggi, sbagliato, da contrastare e da reprimere. È altresì attuale la discriminazione razziale; esempio lampante la recente morte di George Floyd che ha dato origine a numerose proteste da parte di Black Lives Matter che per giorni sono andate avanti affermando l’uguaglianza di diritti che spetta al popolo afroamericano e mettendo in evidenza il problema delle discriminazioni razziali mai risolto. Vivere, poi, in una società come quella di oggi comporta essere continuamente esposti a immagini di corpi apparentemente perfetti e il non corrispondere a questi, è sinonimo di diventare con più facilità vittime di body shaming, con possibili ripercussioni sulla salute fisica e psicologica. L’essere valutati sulla base di canoni estetici preimpostati rischia di essere la causa principale di problemi di interazione soprattutto fra i giovani, legati alla paura di non essere accettati. Ciò che rende grave questo fenomeno è proprio il fatto che può sfociare nel ritiro dall’ambiente sociale e all’insorgenza di veri e propri disturbi mentali, come l’anoressia, la bulimia nervosa o la depressione. Anche le persone con disabilità ogni giorno devono subire spiacevoli episodi di discriminazione. Succede agli alunni e studenti che non ottengono un adeguato numero di ore di assistenza, alle persone in carrozzina che si spostano con i mezzi pubblici, alle persone costrette a pagare quote eccessive di compartecipazione alla spesa socio-sanitaria. Tutte situazioni che si potrebbero facilmente risolvere attraverso la legge 67/2006, ma che poche volte viene veramente applicata nei tribunali. Atti di bullismo, soprattutto in età adolescenziale, sono all’ordine del giorno per i soggetti più fragili che devono subire attacchi fisici, psicologici ed emotivi. Tutto questo, si ripercuote poi, anche sul lavoro riabilitativo svolto in precedenza dai genitori e professionisti, che viene puntualmente distrutto vanificando l’idea di fiducia, che le vittime si erano costruite, sugli altri. L’elenco continua poi con le discriminazioni di genere, di religione, etniche, nei confronti di coloro che usano o hanno usato sostanze stupefacenti, di coloro che hanno meno possibilità economiche e molte altre ancora. Purtroppo, a causa di una società che si ferma alle apparenze e che manca sempre di più di empatia e di un minimo di introspezione psicologica verso l’altro, l’elenco è ancora molto attuale quanto lontano dalla risoluzione del problema. Sebbene in questi ultimi anni ci siano stati dei miglioramenti per quanto riguarda l’integrazione di alcune categorie sociali, e campagne di sensibilizzazione come l’iniziativa contro il body shaming da parte dell’attivista Jameela Jamil, o come la recente diretta Instagram condotta da Fedez e Zan il cui obiettivo era quello di rendere il più chiaro possibile alle persone la legge contro l’omotransfobia, il problema dell’esclusione sociale sussiste e continuerà a mietere vittime finché la gente proseguirà ad ignorarlo rimandando il cambiamento alle nuove generazioni.
Fonti: https://www.disabili.com/legge-e-fisco/articoli-legge-e-fisco/discriminazione-delle-persone-con-disabilita-la-legge-c-e-ma-e-applicata-poco
Virginia Carmeli 4 P Liceo Scientifico Galeazzo Alessi Perugia
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