altE’ del 26 febbraio  l’ok della Camera,  con 396 si, 4 no e bel 45 astenuti. Ora tocca al Senato, e poi, salvo sorprese finalmente nuovi reati ambientali entrano nel codice penale italiano. La legge,  attesa da almeno 20 anni, primo firmatario il deputato grillino (e campano, già in prima linea nella terra dei fuochi) Salvatore Micillo e frutto di sintesi di altre proposte tra cui quella di Realacci, presidente Commissione ambiente, e Pellegrino di Sel,tenta di mettere ordine nella materia e predispone un sistema di sanzioni ritenuto dal neo ministro alla Giustizia Andrea Orlando, ex titolare del dicastero dell’Ambiente, “proporzionale e congruo”.

“Questo testo è il frutto del concorso di tutte le parti politiche ed è stato approvato con una maggioranza più ampia di quella che sostiene il governo. Ho due ragioni per esserne soddisfatto: come neo ministro della Giustizia e come ex ministro dell’Ambiente”, ha sottolineato Orlando, auspicando ora che “il testo sia rapidamente approvato dal Senato”.

La nuova legge prevede introduzione di 4 nuovi reati, il disastro ambientale, il traffico di materiale radiattivo, l’inquinamento ambientale, l’impedimento del controllo. Tra i provvedimenti introdotti, la confisca obbligatoria del profitto del reato, tra le aggravanti quelle per mafia, e sconti di pena per chi si pente, condanna al ripristino e al raddoppio dei tempi di prescrizione.

Ecco più nel dettaglio come vengono introdotti nel codice penale:

DISASTRO AMBIENTALE: punisce con il carcere da 5 a 15 anni chi altera gravemente o irreversibilmente l’ecosistema o compromette la pubblica incolumità.
INQUINAMENTO AMBIENTALE: prevede la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 10mila e 100mila euro) per chi deteriora in modo rilevante la biodiversità (anche agraria) o l’ecosistema o lo stato del suolo, delle acque o dell’aria. Se non vi è dolo ma colpa, le pene sono diminuite da un terzo alla metà. Scattano invece aumenti di pene per i due delitti se commessi in aree vincolate o a danno di specie protette.
TRAFFICO E ABBANDONO DI MATERIALE DI ALTA RADIOATTIVITÀ: colpisce con la pena del carcere da 2 a 6 anni (e multa da 10mila a 50mila euro) chi commercia e trasporta materiale radioattivo o chi se ne disfa abusivamente.
IMPEDIMENTO DEL CONTROLLO: chi nega o ostacola l’accesso o intralcia i controlli ambientali rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

L’aggravante Eco-Mafia: In presenza di associazioni mafiose finalizzate a commettere i delitti contro l’ambiente o a controllare concessioni e appalti in materia ambientale scattano le aggravanti. Aggravanti, peraltro, sono previste anche in caso di semplice associazione a delinquere e se vi è partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.

Sconti di pena da metà a due terzi nel caso di ravvedimento operoso: ossia se l’imputato evita conseguenze ulteriori, aiuta i magistrati a individuare colpevoli o provvede alla bonifica e al ripristino.

Per i delitti ambientali i termini di prescrizione raddoppiano. Se poi si interrompe il processo per dar corso al ravvedimento operoso, la prescrizione è sospesa. In caso di condanna o patteggiamento della pena è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose servite a commetterlo o comunque di beni di valore equivalente nella disponibilità (anche indiretta o per interposta persona) del condannato. Il giudice, in caso di condanna o patteggiamento della pena, ordina il recupero e dove tecnicamente possibile il ripristino dello stato dei luoghi a carico del condannato.

In assenza di danno o pericolo, nelle ipotesi contravvenzionali previste dal codice dell’ambiente si ricorre alla ‘giustizia riparativa’ puntando alla regolarizzazione attraverso l’adempimento a specifiche prescrizioni. In caso di adempimento il reato si estingue. In presenza dei delitti contro l’ambiente (‘reati spia’), il pm che indaga dovrà darne notizia al procuratore nazionale antimafia.

Soddisfatti ovviamente dell’approvazione i grillini: “E’ stato segnato un importante punto nella tutela dell’ambiente”, fanno sapere i deputati M5S in commissione ambiente. “Adesso finalmente si incominciano a vedere i primi frutti della nostra attività che ha ricevuto finora diversi apprezzamenti anche da parte delle associazioni che combattono l’illegalità ambientale”.  Alla legge, primo firmatario il deputato Salvatore Micillo del M5S,  si aggiunge, grazie ai grillini, anche il reato di frode:  “Questo inserimento – concludono i deputati M5S – è molto importante. Basti pensare all’Ilva di Taranto, dove non veniva rivelato l’inquinamento presente a causa delle centraline contraffatte. O, ancora, la necessità del bio-monitoraggio sui prodotti alimentari provenienti dalla ‘terra dei fuochi’”.

Soddisfatto anche Ermete Realacci: “E’ un risultato storico e atteso da tempo il via libera al testo unificato sui delitti ambientali arrivato oggi dalla Camera, un traguardo al quale lavoro da anni. Con questo importante provvedimento sul rafforzamento dell’azione penale in ambito ambientale,  si renderà più efficace il contrasto alle illegalità e alle ecomafie, adeguando finalmente il nostro codice penale ai sempre più diffusi reati contro l’ambiente e alla normativa europea in materia (direttiva n. 2008/99/CE). Crimini che, stando al rapporto Ecomafia di Legambiente, fruttano alla malavita organizzata circa 16,7 miliardi l’anno.  Mi auguro che il testo unificato licenziato  oggi dalla Camera venga approvato rapidamente dal Senato perché rappresenta un passo avanti importante nella lotta contro le ecomafie e le illegalità”. 

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Redazione centrale di giornalistiNellerba.it Giornalisti Nell'Erba è realizzato dall'associazione di promozione sociale Il Refuso. Nel tempo ha collezionato tanti riconoscimenti e partnership come ad esempio quelle con ANSA, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa, Federazione Italia Madia Ambientali FIMA, European Space Agency (ESA), Agenzia Spaziale Italiana, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Lega Navale Italiana, Marina Militare, Università di Roma Tor Vergata. Ha i riconoscimenti della Presidenza della Repubblica, del Ministero dell'Ambiente e tante altre istituzioni.

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