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“Si ok, tutto bello e bellissimo, ma fai qualcosa per i glutei e quella cellulite! Si fa fatica a guardarti”

Questa la frase rivolta a Vanessa Incontrada su Twitter, dopo la prima puntata di Wind Music Awards; classico esempio di body shaming.

Ma cosa intendiamo con tale espressione, cosa significa? Letteralmente può essere tradotto con “derisione del corpo”, cioè l’atto di far vergognare qualcuno per il proprio aspetto fisico. E’ quindi una vera e propria forma di bullismo che si verifica ogni qualvolta si fanno commenti inappropriati, sgradevoli e persino cattivi nei confronti di altre persone, riferendoci al peso, all’altezza, al colore della pelle e dei capelli, ai tatuaggi e a tutto ciò che fa parte dell’aspetto esteriore di una persona.

Il body shaming, in quanto tale, è una vera e propria espressione di odio e di discriminazione, in quanto chi lo pratica, ispirandosi a precisi canoni di bellezza, insulta chi non corrisponde ad essi, al punto tale che la vittima prescelta non soltanto si sente a disagio con il proprio corpo, ma a volte sviluppa anche forme di depressione, di ansia e di autolesionismo. In base alle caratteristiche concrete della condotta, l’autore degli insulti può anche essere perseguito per diffamazione. Nei casi più gravi, si può persino ipotizzare il reato di istigazione al suicidio, se la persona vittima del body shaming, non riesce a reagire agli insulti e si sente così inadeguata per la società in cui vive da decidere di togliersi la vita. Tutti possono essere colpiti da tale terribile fenomeno, senza alcuna distinzione; in particolare i più soggetti sono gli adolescenti, a causa delle immagini frequentemente proposte sui social network che li bombardano quotidianamente e che spesso, diffondendo modelli irreali e, pertanto, irraggiungibili, li fanno sentire insicuri nel proprio corpo e più sensibili ai commenti loro rivolti. Un’altra categoria di persone frequentemente vittima di tale forma di odio è rappresentata dai personaggi pubblici e del mondo dello spettacolo, in quanto, essendo sotto i riflettori, sono bersagli più facili e maggiormente esposti per il loro aspetto fisico. Le donne, in particolare, dichiarano apertamente di essere oggetto di commenti spiacevoli per il loro peso, per i chili di troppo, per la cellulite, per le rughe; commenti che molto spesso generano forme di insicurezza tali da far sentire la donna inadeguata e soprattutto non all’altezza di ricoprire certi ruoli o di svolgere determinati lavori. Anche gli uomini possono essere vittime del body shaming a causa, ad esempio della bassa statura, della presenza di adiposità, per la mancanza di muscoli, per la calvizie. Purtroppo soprattutto se si tratta di un giovane o di un adolescente, la critica per l’eccesso di peso può portare a gravi disturbi alimentari, quali l’anoressia o la bulimia, oppure se si viene presi di mira per lo scarso tono muscolare, ciò può comportare in chi subisce un’ossessione per gli allenamenti, fino ad arrivare all’assunzione di sostanze anabolizzanti nocive alla salute, ma in grado di contribuire a creare il fisico del culturista. Quando e dove si verifica il fenomeno del body shaming? E’ molto più probabile che lo shamer, chi offende, faccia i suoi commenti offensivi, lanci insulti e critiche, indirettamente, dietro uno schermo, usando profili falsi, senza rivelare la sua identità. Spesso sono persone che provano verso gli altri odio, rabbia, invidia, che non hanno grande fiducia in se stessi e puntano ad evidenziare i difetti fisici, o meglio ciò che per loro non corrisponde ai canoni estetici della società contemporanea dove quello che conta è l’apparenza. Sui social media, quali ad esempio Tik Tok e Instagram, dove spesso vengono postate immagini, è frequente imbattersi nel body shaming attraverso commenti offensivi rilasciati sotto una foto.

Tacere, soffrire in silenzio e subire non sono gli atteggiamenti in grado di contrastare tale fenomeno di bullismo. L’imperativo è dunque reagire…facile a dirsi ma un po’ più complicato da mettere in pratica. Normalmente chi subisce il body shaming tende a richiudersi in se stesso, a non condividere con gli altri le offese che sta subendo. Lo shamer è consapevole del fatto che con il suo atteggiamento sprezzante e reiteratamente vessatorio riuscirà a minare le certezze che ognuno dentro di sé possiede, quella sicurezza che magari anche con fatica e pagando un prezzo elevato, una persona è riuscita ad acquisire; iniziano a sorgere i primi dubbi “ma se mi mettessi a digiunare come le modelle potrei diminuire il giro vita”, “se mi vestissi con abiti meno attillati, non si vedrebbero tutti quei rotolini” e ancora “forse dovrei fare un trattamento ai capelli per domare quell’effetto crespo così poco elegante”.

Da soli è difficile ribellarsi, per questo è necessario parlarne, usando gli stessi mezzi dello shamer, cioè i social media, per vedere se altri subiscono questo stesso fenomeno, condividere il più possibile senza vergogna e senza timore, anche perché chi deve realmente vergognarsi è chi offende, non chi è vittima. In ultimo, se le offese vengono perpetrate in pubblico, alla presenza di testimoni oppure qualora sia possibile risalire al colpevole, si può e si deve ricorrere alla denuncia per stroncare definitivamente l’atteggiamento persecutorio. Alcuni personaggi pubblici, vittime e non, del body shaming si sono ribellate al fenomeno ormai molto radicato nell’odierna società, postando foto senza ritocchi, evidenziando imperfezioni e difetti, affermando di sentirsi a proprio agio con la propria fisicità ed invitando gli altri a fare lo stesso.

Vanessa Incontrada ha posato per una rivista senza veli, mettendo in mostra le sue “curve” ed in TV ha mangiato una fetta di torta con la conduttrice del programma “Domenica In” Mara Venier, Lady Gaga ha dichiarato pubblicamente di essere orgogliosa del suo fisico e Lili Reinhart, nel ringraziare chi si preoccupava per la sua “pancetta”, ha detto che avrebbe loro risposto dopo aver terminato il suo gustoso cheeseburger. Oltre a chi subisce quotidianamente attacchi di body shaming, è scesa in campo anche Chiara Ferragni che ha lanciato lo slogan “Normalize human bodies”, attirandosi ancora più critiche, in quanto gli haters l’hanno definita come persona non direttamente interessata al fenomeno, essendo ritenuta “troppo bella”. La famosa blogger ha dichiarato che: “La diversità è bellezza. L’imperfezione è bellezza. La felicità è bellezza. La fiducia in se stessi è bellezza. Non lasciate che le altre persone vi rovinino, o che vi dicano chi siete. Mai.” Molto prima di lei, già il grande filosofo Seneca ci aveva insegnato a non arrabbiarci per un insulto, perché la rabbia dura molto più del dolore e che quindi non dobbiamo permettere all’insulto di rovinarci la vita o dargli più importanza di quanto meriti. L’autore latino raccontò che un giorno Catone, mentre visitava i bagni pubblici, venne spinto e malmenato e si rifiutò successivamente di accettare le scuse dell’aggressore, impedendo così alla sua frustrazione ed alla sua umiliazione di prendere il sopravvento; scelse intelligentemente di reagire e di riprendere il controllo della situazione.

E’ fondamentale per ciascuno di noi imparare ad accettarsi per ciò che si è, non esistono canoni di bellezza assoluti, da imitare o a cui ispirarsi, il bello è relativo. Se non impariamo ad amare noi stessi, non potremo mai essere amati dagli altri. Per nessuna ragione dobbiamo consentire a qualcuno di poterci condizionare l’esistenza.

Mai e poi mai.

Gabriele Roscini Liceo Galeazzo Alessi Perugia 

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