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Grazie al progetto “Il razzismo non è un’opinione” di Oltre le parole onlus e DireFareCambiare insieme a Giornalisti Nell’Erba, abbiamo avuto uno spazio per discutere, con Giulia Morello, Paola Bolaffio e Giorgia Burzachechi sui problemi di inclusività e di integrazione dello straniero nel paese in cui viene accolto. Gli Umbri e soprattutto i Perugini sono famosi per essere un po’ chiusi di carattere e anche da parte dello straniero a volte manca semplicemente il coraggio di andare verso l’altro.
Uscire dalle solite conoscenze e dalla confort-zone costa sicuramente fatica e non è spontaneo, ma vale la pena farlo: è gratificante anche solo con la consapevolezza di essersi messi in gioco. Può aiutare molto ad unire le persone fare un’attività insieme, poiché è più facile conoscersi mentre si occupa il tempo piacevolmente, in compagnia, e se poi si rivela una grande passione per entrambi è ancora meglio.
Ma quali sono i luoghi e le occasioni per incontrarsi e integrarsi?

La diocesi di Perugia propone a noi giovani la Star Cup, consistente nel giocare in un torneo di calcio sia maschile sia femminile tra squadre che rappresentano chiese diverse, e il Grest (GRuppo ESTivo), che unisce grandi e piccoli in attività estive divertenti e anche significative, lasciando degli indimenticabili ricordi e delle strette relazioni. L’unico problema che sorge in tutto questo è che per partecipare a questi eventi occorre frequentare la chiesa e non tutti sono cattolici, quindi molti immigrati si troverebbero a disagio nell’essere, in un certo senso, costretti a partecipare a qualcosa in cui non credono. Specialmente coloro che provengono da paesi con credenze e culture diverse si sentono così ulteriormente in difficoltà ad integrarsi nel nuovo paese.
Altre attività grazie alle quali si possono avere delle positive relazioni sono il teatro, la musica, la danza e possono partecipare tutti, magari anche trovando diletto in un passatempo sano e creativo. Un lato positivo di questi hobby è che le persone non devono per forza parlare per comunicare ma lo possono fare mediante un modo alternativo, con l’arte, che è anche più affascinante. Si può trovare qui a Perugia il laboratorio teatrale interculturale “Human beings” che accoglie tutti quanti, italiani e stranieri, si nutre dei diversi punti di vista di tutti; come afferma anche Giulia Morello, che insieme a Pascal La Delfa, del teatro sociale ha fatto un grande strumento di integrazione, la recitazione è scuola di tolleranza e inclusività, perché allena ad entrare nei panni dell’altro e quindi ti porta sicuramente a migliorare l’empatia e a diminuire la timidezza. Per gli immigrati molto importanti sono i centri di accoglienza che li inseriscono nella comunità, ma anche le scuole aiutano molto i bambini e i ragazzi ad avvicinarsi tra di loro anche perché da piccoli si è un po’ più aperti e sciolti rispetto agli adulti, che sono spesso più rigidi. Sono più scarse le possibilità offerte agli adulti, che spesso anche nel lavoro rimangono in sacche di segregazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Centro_di_vita_associativahttps://www.humanbeings.it/al-via-il-progetto-human-beings-2020-laboratorio-teatrale-intercu lturale/
Rossella Salazar Flores 4P Liceo scientifico Galeazzo Alessi, Perugia
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