Il 16 maggio 2020 è uscita l’ Ordinanza del Ministero dell’Istruzione concernente la valutazione finale degli alunni per l’anno scolastico 2019/2020 e prime disposizioni per il recupero degli apprendimenti, insieme alle altre due ordinanze che regolano gli esami del primo e del secondo ciclo di scuola.

Il Ministero dell’istruzione ha acquisito il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) e ha deciso di accogliere solo in parte le richieste formulate.

In questo articolo ci concentreremo sull’Ordinanza riguardante la valutazione, in quanto il tema è oggetto da mesi di ampio dibattito. Più nello specifico, ci concentreremo sulla questione della valutazione nella scuola secondaria di primo grado, in cui noi stesse insegniamo. 

Nella nuova Ordinanza concernente la valutazione finale si ribadisce l’autonomia del Collegio dei docenti (l’organo scolastico che raduna tutti i docenti e che – per citare il sito ministeriale – “ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico dell’istituto. In particolare, cura la programmazione dell’azione educativa”) e si chiamano i docenti a svolgere, nell’ambito delle proprie prerogative, una valutazione correlata all’attività svolta e ai singoli alunni, sulla base all’articolo 1 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62. Recita infatti l’ordinanza: “L’attività di valutazione svolta nell’anno scolastico 2019/2020 anche in modalità a distanza e condotta, ai fini della valutazione finale, ai sensi della presente ordinanza, trova il suo fondamento nei princìpi previsti all’articolo 1 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62.”

Dopo mesi di attesa e di dubbi sulle modalità di valutazione degli alunni che seguono la didattica a distanza, molti docenti e anche molti Dirigenti scolastici sono rimasti delusi per non aver ricevuto indicazioni più precise e dettagliate, e magari delle percentuali per la valutazione degli alunni  o addirittura delle griglie di valutazione riferite in modo specifico alla valutazione della didattica a distanza. Il Ministero dell’Istruzione risponde, in sostanza, che i docenti devono tenere a mente prioritariamente l’art. 1  del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, che è l’attuale punto di riferimento normativo in materia di “valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo” di istruzione. Praticamente è come dire ai docenti: continuate a fare il vostro lavoro e cercate di farlo nel miglior modo possibile. 

Quindi?

Come mai il Ministero dell’Istruzione per primo non si è espresso in modo dettagliato sull’argomento, nonostante in questi mesi nelle scuole – e nei numerosi webinar formativi consigliati ai docenti – si siano prodotti modelli di rubriche, a volte molto dettagliati e molto severi, per la valutazione degli apprendimenti e dei comportamenti in contesto di didattica a distanza?

Ricordando che la “scuola a distanza” non risulta attualmente normata, proponiamo qui di seguito qualche riflessione. 

Teniamo prima di tutto a mente cosa stiamo valutando: “La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni”, si legge nel decreto legislativo 62 che è il nostro riferimento principale. 

Di quale processo formativo e di quali risultati vogliamo parlare? Si tratta di risultati “performativi” e “lavorativi” o di traguardi di apprendimento? 

Riteniamo che non sia il caso di farsi tentare da griglie di valutazione estremamente semplicistiche che ci porterebbero a valutare la didattica a distanza con indicatori “performativi” del tipo “ha partecipato a tutte le video lezioni, ha consegnato in modo puntuale i lavori sulla piattaforma…”. 

Nonostante infatti, in alcuni casi, la didattica a distanza sia stata trasformata in un “lavoro” che coinvolge studenti e famiglie, riteniamo che focalizzarsi sull’aspetto della “performance” non sia giusto nei confronti di adolescenti che, in generale, hanno vissuto questo periodo con grande consapevolezza e rispetto delle regole. 

Il punto, a nostro avviso, non è valutare in modo “oggettivo” l’esecuzione di consegne a volte poco didattiche e centrate sul mantenimento “dell’ordine” nella classe virtuale. 

Il punto è che come docenti adesso dovremmo fermarci a riflettere sul nostro ruolo, che ha un peso etico non da poco. 

Dobbiamo uscire dalla logica docimologica che è più una consuetudine della scuola, ma il passo da fare è ancora più grande: dobbiamo uscire dall’automatismo stimolo-risposta-valutazione della risposta, ovvero dall’automatismo spiegazione-assegnazione compito-valutazione del prodotto orale o scritto.

È questo tipo di automatismi che ha eretto delle barriere nel dialogo educativo, ha creato dei limiti alla scuola a distanza e ha gettato nel panico molti insegnanti seminando il dubbio amletico “e se il compito non l’ha fatto da solo?”

In questo vortice di ansia e insicurezza, ci siamo dimenticati di riflettere su quanto già esiste per la valutazione di questo “strano” anno scolastico. 

Oltre al ricordato decreto legislativo 62, dobbiamo ricordarci di dare uno sguardo più attento alle  8 Competenze Chiave Europee per l’apprendimento permanente, indicate nel 2006 e richiamate anche nel documento Indicazioni Nazionali e  Nuovi Scenari (che nel 2018 ha integrato le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione).  

Quest’anno finalmente potremo dire di avere a disposizione elementi concreti per la valutazione delle competenze digitali degli alunni; nella didattica a distanza abbiamo osservato come hanno imparato ad imparare, ad essere imprenditori di sé stessi, e tanto altro. Da anni i documenti che abbiamo citato ci stanno suggerendo la vera scuola e forse, prima o poi, dovremo metterla in atto, con gli strumenti e  gli investimenti necessari. 

Se riusciremo a comprendere tutto questo allora, finalmente, tra docenti non si parlerà più di scuola in presenza versus scuola a distanza, di “scuola 1” e “scuola 2”, ma si riuscirà finalmente a parlare di scuola a tutto tondo e di docenti che supportano, formano, informano un individuo lungo un percorso di crescita e in ogni situazione, in presenza o a distanza, e che ricordano sempre che la valutazione

ha finalità’ formativa ed educativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli stessi, documenta lo sviluppo dell’identità’ personale e promuove la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.” (articolo 1 del decreto legislativo n.62/2017).

Giuditta Iantaffi e Ilaria Romano, insegnanti, sono coordinatrici della Rete nazionale Docenti Giornalisti Nell’Erba e autrici dell’ebook Il metodo Giornalisti Nell’Erba. Una cassetta degli attrezzi per l’educazione allo sviluppo sostenibile (Il Refuso editore, 2019).

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