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Il consolidamento di ampie comunità straniere, composte sia da singoli che da intere famiglie, rappresenta un cambiamento del processo migratorio, che coinvolge l’intera società Umbra e che cambia e rimodella il rapporto tra popolo ospitante e popolo ospitato, nella mentalità e nei rapporti.

Gli stranieri, infatti, non vedono più l’Umbria come terra di passaggio, ma spesso vi stabiliscono la propria abitazione, lavorano e diventano fattori produttivi dell’economia locale, per questo è essenziale puntare molto all’inclusione sociale. La popolazione Umbra non si confronta più solo con l’immigrato giovane e in cerca di occupazione ma, sempre di più, anche con quello padre di famiglia, con moglie, figli e genitori anziani. Attualmente è il ricongiungimento familiare il motivo principale d’immigrazione in Italia. Di conseguenza il trovarsi inclusi in una società riguarda molteplici ambiti e situazioni diverse, dal giovane figlio che frequenta gruppi di amici grazie alla scuola, al padre e alla madre che invece fanno molta più fatica ad abbattere i confini culturali. In un processo d’inclusione non può mancare un’adeguata politica che punti all’istruzione, ma che allo stesso tempo offra sul territorio luoghi e locali adibiti ad attività inclusive, come laboratori teatrali, musicali, attività sportive o gruppi di studio, al di fuori delle attività scolastiche. Come emerge dal documento istruttorio del 15° Programma regionale annuale di iniziative concernenti l’immigrazione, l’incidenza degli stranieri sulla popolazione umbra è del 10,47%, una percentuale superiore alle medie italiana ed europea, che fa dell’Umbria una delle regioni italiane con la più alta incidenza di stranieri (seconda regione italiana, insieme alla Lombardia, dopo Emilia-Romagna), e questa presenza è fondamentale nelle attività economiche e nello sviluppo attuale e futuro della nostra regione. Va ricordato che la crescita demografica in Umbria è stata prodotta esclusivamente dall’immigrazione, dato che il saldo naturale della popolazione italiana è costantemente negativo sin dalla fine anni ‘70.
Solo in Italia le imprese gestite da immigrati sono più di 500.000, mentre le spese dovute all’immigrazione vengono sorpassate dai guadagni stessi. Il fulcro della questione è capire come crescere insieme, creando una società multietnica e multiculturale pacifica, ricca, integrata, superando la diffidenza generale e le barriere culturali ancora troppo elevate.

In materia d’integrazione l’Umbria può vantare un’attività legislativa e un sistema di progetti e iniziative ben avviate e in parte consolidate come centri di prima accoglienza, corsi di alfabetizzazione, aree di mediazione interculturale, per citarne alcune. Rimane comunque importante valorizzare a luoghi e spazi comuni anche in periferia, come i CVA (Centri di Vita Associativa) o parchi pubblici, organizzando feste e serate che riescano a coinvolgere un buon numero di persone di diverse provenienze, occasioni di incontro. Quindi, da un lato sono necessari la continua ricerca e il continuo ascolto per comprendere le necessità della popolazione immigrata, dall’altro avviare dei monitoraggi periodici che controllino la solidità delle attività per l’inclusione sociale. Inoltre sarebbe bene puntare anche sull’integrazione nelle aree rurali Umbre, spesso più povere e che hanno percepito meno quel processo di modernizzazione già avvenuto da anni nelle città. La mancanza di trasporti frequenti e di iniziative pubbliche, al contrario di quanto avviene nelle grandi comunità, determina una forte distinzione tra la comunità locale e gli immigrati. Cercare d’integrare diversi individui anche per piccoli eventi, anche in semplici feste paesane, non favorisce solo il processo d’inclusione, ma apre la strada a nuove relazioni sociali tra diverse culture.
Luoghi scolastici e di lavoro devono essere quindi dei ponti per l’inclusione, ambienti accoglienti e rispettosi di tutti, dove costruire legami e relazioni, amicizie non solo scolastiche, ma tra le famiglie. L’inclusione è un processo continuo, quotidiano, che richiede attenzione costante.Includere una qualsiasi persona in una società apparentemente nuova, porta inevitabilmente a cambiamenti sociali, creare spazi in cui si possano creare relazioni sociali, quindi amicizie, confidenze, simpatie in cui si ambisca a rendere la persona parte del gruppo, entrando in un dialogo alla pari e in un cambiamento, che appiana differenze culturali e barriere socioeconomiche. 

Lorenzo Bondini 4 P Liceo Scientifico G.

Alessi PerugiaFonti
https://openmigration.orghttps://www.regione.umbria.it/socialehttp://www.integrazionemigranti.gov.it

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