Intervista a un giovane volontario della C. R. I. di Alba

di Michela Gozzellino

Nella cittadina di Alba, sono presenti molte occasioni che ognuno di noi può cogliere per dare un proprio contributo nella società. Abbiamo chiesto a un giovane volontario della Croce Rossa di parlarci della sua esperienza.

Che cos’è per te il volontariato? “Fare volontariato è un lavoro vero e proprio di livello, ma … senza essere retribuiti. Per me è stata una grande esperienza: mi è servita soprattutto per capire gli altri. Al giorno d’oggi ci sono moltissime possibilità per essere dei volontari, sia in ambito sociale, che sanitario o tecnico … Ma manca spesso la voglia di provare.”

Che età hanno i volontari della croce rossa italiana di Alba? “La Croce Rossa Italiana ammette volontari a partire dai 14 anni, dando la possibilità ai giovani di avvicinarsi alle responsabilità e al rigore del servizio. Ad alba i giovani della CRI sono 83, con un età compresa tra i 14 e i 26 anni.”

Che esperienze ti permette di fare il volontariato? “Essendo un lavoro gruppo, questo progetto permette uno scambio di esperienze sia a livello di servizio, sia a livello personale. Siamo tutti giovani, così si applica la peer education (educazione alla pari) che fa maturare i più piccoli e crea un buon clima di servizio.”

Com’è organizzato il servizio della croce rossa di Alba?”I giovani tra i 14 e i 17 anni non possono prendere parte all’attività di soccorso del 118, e gli vengono affidate attività come il centralino (rispondere ai telefoni della guardia medica, o per informazioni), oppure il servizio “Caritas”, che consiste nel recarsi alla mensa della cartitas e distribuire pasti caldi alle persone della struttura o aiutare il personale. Oppure i giovani volontari fanno dei progetti con le scuole su questo argomento. Dal compimento dei 18 anni, invece, alle attività appena elencate, si aggiungono i trasporti e il soccorso del 118.

Qual è la motivazione che ti ha spinto a diventare volontario? “Avevo già sentito parlare di questa possibilità, ma non mi toccava molto; poi ho provato a informarmi: persone specializzate mi hanno descritto il lavoro e mi sono voluto mettere in gioco.

Ora posso dire che dà soddisfazioni immense, perché anche se non ricevi soldi, ricevi un grazie da chi davvero lo sente dentro, perché hai dato una mano”.

Secondo te è utile andare a parlare nelle scuole, per fare avvicinare i giovani a questo progetto?

“Certo, perché si ha spesso un’idea molto limitata del volontariato e solo da un coetaneo un giovane può capire determinati aspetti dell’attività. In più è molto utile perché andando direttamente nelle classi, possiamo trasmettere maggiore interesse in quanto ci mettiamo alla pari con gli studenti, per fare capire che non ci sono differenze tra i volontari e gli alunni, ma che semplicemente si fa qualcosa insieme.”

Per concludere, che messaggio vuoi trasmettere ai giovani sul volontariato? “Siamo giovani! E come tali possiamo fare tutto, mettetevi in gioco! Provateci! Il volontariato non è una rottura dal nostro mondo, ma un’esperienza per maturare e conoscere gente nuova, giovane come noi, che condivide gli stessi ideali. Perciò io da giovane ribadisco: “METTETEVI SEMPRE IN GIOCO!”, proprio come sono riuscito a fare io! Fidatevi, che ne vale la pena!”.

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