di Chiara Rinalduzzi e Sara Pieretti
In tutto il mondo cresce sempre di più il numero di aggressioni sessuali nel campo lavorativo e non. A parlarne al Festival del Giornalismo figure da sempre interessate al fenomeno come Claudia Torrisi, giornalista freelance che negli ultimi mesi si è occupata del caso Weinstein negli Stati Uniti, Giulia Blasi, redattrice senior de Il Tascabile, nonché ideatrice dell’hashtag #quellavoltache- l’iniziativa antimolestie che ha preceduto di pochi giorni il lancio di #metoo- la giornalista e scrittrice Flavia Perina e Dino Giarrusso, inviato del programma televisivo Le Iene.
Lo scorso ottobre dopo due articoli del New York Times è scoppiato il caso Weinstein. Il famoso produttore cinematografico è stato accusato di molestie da parte di decine di donne. Sono state numerose le denunce che finalmente hanno preso la parola e sono stati altrettanto numerosi gli uomini di potere accusati che hanno perso il lavoro.
Le aggressioni, che le donne da anni subivano, sono avvenute in ogni campo lavorativo, dal mondo dello spettacolo a quello dell’arte.
Dalle accuse è partita immediatamente una campagna social con l’hashtag #metoo, “è capitato anche a me”, per rompere il silenzio.
Questo movimento è nato dopo l’elezione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump a causa del suo linguaggio sessista e violento.
Lo scandalo Weinstein non è il primo avvenuto negli USA ma si aggiunge soltanto ad una lunga lista. La stampa americana è stata accanto alle donne e ha indagato facendo lavori di inchiesta molto accurati.
Il movimento #metoo rappresenta un atto di rivolta: le donne hanno capito che se vogliono cambiare le cose devono farlo in prima persona ed alleandosi.
In Italia tutto ciò non è successo. Sono infatti pochissimi gli uomini che le vittime hanno additato come loro molestatori.
E questo perché nel nostro paese le donne hanno paura di denunciare questi scandali, temono di essere derise da chi è più forte di loro o non hanno realmente un posto dove denunciare le molestie.
Non mancano però le storie di coloro che hanno deciso di raccontare sui social violenze e abusi subiti ogni giorno in Italia tramite un racconto collettivo attraverso l’hashtag #quellavoltache. L’idea é partita dalla scrittrice e giornalista Giulia Blasi dopo le accuse subite dall’attrice Asia Argento per aver raccontato di essere stata violentata dal produttore Harvey Weinstein.
Sotto, Giulia Blasi nell’intervista di Federica Giannoni.
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