In tre parole – cappotti ai vitellini – si riassume il messaggio ambientale – emblematico – di buona parte del giornalismo italiano. Con un titolo de Il Messaggero così, “Neve anche al sud, il freddo che rassicura” e con un occhiello così, “Il freddo di questi giorni allontana i timori sul riscaldamento globale”, si intuisce tutta l’eredità del giornalismo mainstream nazionale post Cop 24. Viene proprio da dire, da Katowice, Polonia, è tutto, la linea può ritornare allo studio.
Chiusa l’importante Conferenza Onu sul Clima a Katowice, la 24esima appunto, la terza dopo Parigi (sì, quella storica che ha cambiato il mondo – nella teoria – ), il giornalismo italiano condensa in questa prima pagina – esatto prima pagina, quella che non ha speso per il rapporto Onu dell’Ipcc di ottobre – proprio tutto: un perfetto cocktail di disinformazione ambientale.
C’è una buona dose di sentimentalismo. Cappotti ai vitellini, abbeveratoi riscaldati e lampade a luci rosse.
C’è il disinteresse per la scienza, col continuo fraintendimento del meteo con il clima. Non certo una novità, ogni volta che arriva il brutto tempo, ogni volta che piove, che nevica parte il ridente “e poi dicono del riscaldamento globale”.
C’è, poi, il titolo d’effetto a mo’ di boutade – insomma una battuta – poi non argomento, non ho tesi a supporto, non snocciolo dati, grafici. Non cito enti, istituti. È giusto un metodo “lancio la bomba e scappo”. Tanto mica devo rispondere di ciò che scrivo, non dico niente di grave. E così nell’articolo si trovano solo i minuziosi danni da maltempo, gli svincoli chiusi in tangenziale e quei ritardi dell’intercity. Tanti disagi che non valgono certo quegli imbiancati “selfie mozzafiato” come li definisce la giornalista.
C’è, infine, la questione portafoglio, l’allarme prezzo è sempre l’unico che conta. E dato che i rincari sulla bolletta si faranno sentire con tutto questo riscaldamento “a manetta”, che nessuno osi parlare di rinnovabili, nuovi investimenti: il carbone è economico e lasciateci lavorare.
Mi piacerebbe pensare che l’autrice sia in buona fede e sia tutta colpa dei titolisti, ma ad ogni modo la responsabilità grave, gravissima di un quotidiano nazionale resta lì, appesa sul filo tra Katowice e l’Italia. Sul filo della tavola rotonda più urgente del mondo e l’indifferenza dell’Italia stampata. Nessuno si scuserà, rettificherà e nessuno si informerà.
Tuttavia non mancano i fiumi di parole (e la voce sempre più stanca) di quanti ancora una volta ribadiscono che il clima non è la previsione meteo del dopocena dopo il Tg delle otto: il cambiamento climatico ha ripercussioni globali ed è sorgente di eventi estremi – caldi e freddi.

Come l’anno scorso, febbraio 2018, quando il freddo Burian sferzava l’Europa ma al polo nord faceva più caldo che a Londra. Lo Stivale era nella morsa del gelo artico ma lassù dagli orsi polari, nella stazione meteorologica di Capo Morris Jesup in Groenlandia, si registrava per quasi 24 ore una temperatura sopra gli 0 °C, con una massima (sabato 24 febbrario) di 6,1 °C. Insomma picchi di 7 gradi superiori alla media.
E’ un’ipotesi, solo un ipotesi, ma molti climatologi avanzano la teoria “Artico caldo, continenti freddi”, ossia accumulandosi calore nell’Artico, il vortice polare (un’area di bassa pressione in corrispondenza del Polo) diventa sempre più instabile. Il risultato è che non riesce più a fare da barriera per le masse di aria calda meridionali e isolare i venti freddi: di conseguenza il freddo glaciale scende e conquista il continente.
Ipotesi a parte, sta di fatto che i ghiacciai hanno raggiunto l’estensione minima degli ultimi 40 anni. E il twitt di capodanno del climatologo Zack Labe conferma il san Silvestro ancora una volta poco divertente per orsi polari e pinguini: le estensioni del ghiaccio marino in Artide e in Antartide si sono concluse nel 2018 con 2 deviazioni standard sotto la media climatologica…con buona pace dell’ottimismo del Messaggero!

Qui per l’articolo de Il Messaggero:
Sulla questione c’è andata giù dura la FIMA, Federazione italiana Media Ambientali. Per Roberto Giovannini, presidente di Fima, si tratta di “una topica davvero incredibile. Era da anni, per fortuna, che non si leggevano più su un giornale italiano sciocchezze simili e confusione tra clima e meteo. Il riscaldamento globale si manifesta in un aumento delle temperature medie: l’aumento dell’intensità o della frequenza degli eventi meteo estremi è un sintomo del cambiamento climatico, che purtroppo è una realtà sempre più allarmante”.
La FIMA conclude: «Il Messaggero di Roma, se non vuole continuare a fare brutte figure e disinformare i suoi lettori, farebbe meglio a utilizzare la professionalità dei tanti colleghi competenti sui temi del clima, dell’ambiente e della sostenibilità».
Viste le reazioni sui social, Il Messaggero il giorno seguente prova a giustificarsi, ma la toppa, affidata ad un tweet, pare peggio del buco:
Nella prima pagina di sabato, nell’occhiello della foto sul gelo al Sud, purtroppo è saltato un “non” prima di “allontana i timori sul surriscaldamento globale”, cambiandone così il senso. Ce ne scusiamo con i lettori. Ma evitiamo #polemicheinutili @manumas78 pic.twitter.com/AMsMNvFG6f
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) 6 gennaio 2019
Immediate le contro risposte: i “non” saltati avrebbero dovuto essere due. Paolo Attivissimo fa notare: “Vi è scappato anche nel titolo L’inverno che rassicura? Senza le “polemiche inutili”, avremmo visto questa rettifica? Chi ha letto il giornale su carta verrà informato di questa rettifica?”. E Pac: “Paradossalmente, se non avessero puntualizzato #polemicheinutili uno avrebbe pure creduto a scuse davvero sincere”. Annalisa Corrado: “Scusate ma, invece di prendere in giro la gente con scuse farsesche (i “non” avrebbero dovuto essere 2) e di accusarci di #polemicheinutili, perché non chiedete a una persona davvero esperta di scrivere un bell’articolo divulgativo sul tema? Sarebbe utile”. Rudi Bressa: “Anche col “non” il senso non cambia. Si continua a confondere il lettore. #Clima e #meteo sono cose distinte. Le #polemicheinutili hanno portato almeno ad una parziale rettifica. #watchdog“. Stefano Pellone: “#polemicheinutili considerando la frase l’inverno che rassicura? O ci avete preso per fessi o era meglio evitare l’hashtag. INCREDIBILE. L’unica cosa corretta sarebbe pubblicare domani un trafiletto di scuse E BASTA, senza polemiche inutili davvero”. Sergio Ferraris: “Toppa peggio del buco. Per il Messaggero sono #polemicheinutili, e nessuna parola su “L’inverno rassicura”. Di male in peggio. Ma chiedere scusa e basta no?”…
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