Finance Day
(Glasgow) COP26 – Terzo giorno di negoziati sul clima, allo Scottish Exhibition Centre di Glasgow si inizia a discutere delle questioni nodali. Oggi sarà il Finance Day: il Cancelliere dello Scacchiere britannico, Rishi Sunak illustrerà lo stato sui finanziamenti che i Paesi ricchi, principali responsabili delle emissioni di CO2, daranno ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a ridurre le emissioni e ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Ed è proprio di poche ore fa la notizia che, alla vigilia di questa giornata di lavori, ha preso vita la Global Energy Alliance for People and Planet, una partnership costituita da iniziative pubbliche e private, nata da un’idea della Fondazione Rockfeller a cui ha aderito anche Ikea, Besoz Earth Fund, nelle scorse ore anche la BEI, e sembra altri, tra banche multilaterali e agenzie di sviluppo, stiano rapidamente aderendo. La prima azione dell’Alleanza è raggiungere in breve tempo la cifra di 100 miliardi da investire in progetti di mitigazione e costruzione di impianti eolici in Africa, Asia e Sudamerica.
Un inizio in salita
Una COP che, però, non è partita proprio con il piede giusto. Infatti, durante il G20 di Roma, a pochi giorni dall’inizio della COP26, i potenti del mondo erano riusciti a trovare un compromesso sul clima che fissava l’aumento della temperatura entro 1,5 °C, con impegni immediati e a medio termine. Cosa non banale: riuscire a fissare numeri, nei trattati internazionali, è molto importante. L’accordo di Parigi prevedeva, infatti come target “ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi”, sono occorsi ben 6 anni per fissare il limite a 1.5 °C. Ma nella bozza finale del foro internazionale sull’economia, la scadenza riguardo al raggiungimento delle emissioni zero è rimasta una fumosa “metà del secolo o intorno alla metà del secolo in scadenza”.
Sfumature che fanno la differenza e così, già nelle primissime ore di COP26, il Primo Ministro dell’India, Modi, al governo di uno dei principali emettitori di CO2, mostra una posizione di negoziazione che non lascia ben presagire, facendo sapere che vuole posticipare al 2070 l’obiettivo zero net.
Considerando che all’ultimo rapporto IPCC uscito in agosto, si è stimato che il Pianeta attualmente si trova tra gli 0,8 e 1,3 °C e che arriveremo al 1,5 °C nei primi anni del 2030, la data avanzata dall’India è inaccettabile.
Tira-molla negoziali e primi obiettivi
Anche la Cina sfodera la sua tattica negoziale e, mentre ai tavoli di Glasgow si lavora per contenere le emissioni globali di CO2, da Pechino arriva l’annuncio secondo cui il Paese del Sol Levante si avvia a un aumento nella produzione di carbone di un milione di tonnellate al giorno.
Intanto da COP26 arriva un primo impegno del valore di 19,2 miliardi di dollari, per porre lo stop alla deforestazione entro il 2030. L’accordo è stato firmato ieri, 2 novembre. Firmatari dell’intesa sono 28 Paesi che detengono l’85% delle foreste mondiali, tra cui Brasile, Russia, Indonesia, Repubblica Democratica del Congo e la stessa Cina.
Una cifra insufficiente, secondo le ONG, a sostenere gli Stati in via di sviluppo per ripristinare i terreni danneggiati, aiutare le comunità indigene.
Gli attivisti
Dall’esterno dello Scottish Exhibition Centre, gli attivisti, i Fridays for Future, Greenpeace e tantissime altre associazioni, si sono riuniti per protestare e far sentire la propria voce. “È da noi che arriverà il cambiamento – ha detto Greta Thunberg – siamo noi i veri leader”
“You can shove your climate crisis up your arse” cantano (“potete ficcarvi la crisi climatica nel c**o” ndr) e poi ancora “basta con i bla bla bla”.
In concomitanza con l’inizio della conferenza, proprio Greta Thunberg, insieme alle attiviste Vanessa Nakate (Uganda), Dominika Lasota (Polonia), e Mitzi Tan (Filippine) hanno lanciato una petizione su Avaaz divenuta virale in poche ore ha ottenuto oltre un milione di firme. Hanno parlato di “Tradimento” per l’incapacità dei nostri governi di ridurre le emissioni di carbonio. “È codice rosso per la Terra”, hanno scritto “milioni di persone soffriranno per la devastazione del nostro pianeta, ma abbiamo il potere di decidere”.
Nella patizione chiedono di mantenere l’obiettivo di 1,5°C con riduzioni immediate, drastiche e annuali delle emissioni; di cessare immediatamente tutti gli investimenti in combustibili fossili, i sussidi e i nuovi progetti e fermare nuove esplorazioni ed estrazioni; di terminare la contabilità creativa del carbonio e pubblicare le emissioni totali per tutti gli indici di consumo (attualmente i conteggi tengono fuori molteplici aspetti e gli attivisti chiamano questa una “contabilità creativa”); di consegnare i 100 miliardi di dollari promessi ai paesi più vulnerabili, con fondi aggiuntivi per i disastri climatici, di adottare politiche climatiche che proteggano i lavoratori, i più vulnerabili e riducano tutte le forme di disuguaglianza.
Domani
Altra questione nodale è attesa per domani: all’ordine del giorno ci sarà infatti energia e carbone.
La COP25 si era conclusa con un nulla di fatto per quanto riguarda l’Art. 6 del Paris Agreement, per la regolamentazione della flessibilità dei mercati del carbonio, cioè lo scambio di emissioni e, in particolare, sulla questione del doppio conteggio dei carbon markets e dei crediti accumulati nel periodo dell’Accordo di Kyoto.
Nel frattempo, però, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, intervenuta a Glasgow, ha annunciato che l’Europa è pronta ad affrontare nuove sfide e trovare un’intesa sul prezzo del carbonio “I mercati internazionali del carbonio ci possono permettere di raggiungere i nostri obiettivi dell’accordo di Parigi – ha detto – A nostro avviso, tutti gli strumenti del mercato del carbonio devono applicarsi con solide regole di contabilità dei gas a effetto serra che evitino il doppio conteggio; e con ambiziose metodologie di allocazione coerenti con un chiaro percorso verso zero emissioni nette. Questi requisiti sono al centro del nostro lavoro sul regolamento di Parigi qui a Glasgow”, ha concluso la presidente. Staremo a vedere se e come si troverà un accordo a queste regolamentazioni…
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