Servono 1,5 miliardi all’anno per mettere in sicurezza il territorio contro i disastri e dissesti idrogeologici italiani. La proposta del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini è quella di andarli a prendere dai fondi cassa dei comuni virtuosi. I quali, appunto perché virtuosi, sono stati dentro il patto di stabilità e non hanno investito, perché non gli è consentito. Clini dice che chiederà una deroga al patto di stabilità all’Europa, in modo per si possano spendere soldi per proteggere il territorio. Ma nel frattempo arriva una proposta di Legambiente. Vittorio Cogliati Dezza, presidente, insieme a Luca Mercalli, il meteorologo, a Gianvito Graziano, geologo, Leopoldo Freurei, architetto, ha lanciato un appello affinché il governo valuti l’idea di reperire subito 10 miliardi tagliando alcune grandi opere ritenute inutili.
Via la Tav Torino-Lione (5.6 miliardi), via l’autostrada Tirreno-Brennero (altri 1,4). E l’autostrada Orte-Mestre (1,4 mld). E il Ponte sullo Stretto di Messina (250 mln). E l’autostrada Cisterna Valmontone, e il corridoio Roma-Latina (711 milioni). Cancellando questi progetti già finanziati e in parte anche avviati, ecco che saltano fuori 9.442 miliardi di euro “da investire – dice Legambiente – nella prima grande opera pubblica necessaria al Paese: la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico”.
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