L’Economia circolare, il cui pacchetto europeo è stato approvato a maggio scorso, è stata protagonista all’edizione 2018 di Ecomondo a Rimini (6-9 novembre). Tantissime le presenze, parcheggi stralcolmi, file interminabili ai tornelli, altrettanto incredibile calca all’ingresso delle sale per gli appuntamenti su green economy, energia, climate change ed economia circolare, appunto, un’economia che raccogliamo in uno speciale fatto di alcune storie circolari raccontate da chi la fa.

Le imprese innovatrici ci sono, ci investono, ci lavorano, dichiarano di credere – anche e soprattutto economicamente – a questa rivoluzione. Trovano difficoltà e intoppi nelle normative italiane, non ancora adeguate al cambiamento. Normative – e burocrazia nonché incentivi e disincentivi conseguenti – pensate considerando rifiuti come rifiuti, appunto, e non come risorse.

I rifiuti, dicono le norme, devono essere raccolti e trattati solo da imprese autorizzate. Giusto: sappiamo bene, nella nostra martoriata Italia, cosa comporta una gestione sconsiderata di materiali anche pericolosi per il suolo, per le acque, per l’ambiente e anche per l’uomo. Questo però crea paradossi come quello recentemente sottolineato dal ministro Costa con l’annuncio di un decreto salva mare: i pescatori che tirano su reti piene di plastica non possono raccoglierla e conferirla a terra e di fatto la ributtano in mare. I paradossi però sono tantissimi, se si vuol fare economia circolare. Uno dei tanti è quello che traspare dalla storia delle cialde Nespresso e del progetto con CiAl, Banco Alimentare, Federambiente Cic, un bel progetto per chiudere il cerchio, da chicco a chicco, con tanto di circolarità e solidarietà, ma che può essere realizzato solo tramite pochi punti di raccolta, le boutique del caffé, qualche decina in tutta Italia. O quella di Lucart, che ha trovato il modo di trasformare il tetrapack post consumo, complicatissimo, in nuove materie prime (seconde) distinte (carta, plastica, alluminio), ma che nel nostro paese non trova facilmente la materia prima “seconda”, il preziosissimo tetrapack usato, appunto.

L’economia circolare è il presente, non il futuro: a Ecomondo si vede chiaramente. Esiste oggi, si fa. “Ma finché non si adeguano le normative – dice, senza troppi peli sulla lingua Marco Conte, vice segretario generale di Unioncamere in uno dei panel organizzati da Enea e moderato dal nostro direttore Paola Bolaffio – non potrà andare a sistema”.

 

Fabio Iraldo, della Scuola Superiore Sant’Anna e Iefe Bocconi, fa il punto della situazione delle aziende italiane.

 

Calcoliamo un po’ di economia circolare?

 

Ed ecco qualche storia raccolta a Ecomondo

 

 

 

 

 

 

Sostenibilità e circolarità persino “monumentale” è quella prevista per il Sacro Convento d’Assisi

 

Tra gallery e show, vanno in scena anche altre storie di “alchimie” circolari.

 

 

Ma al governo intanto cosa ne dicono….

Sugli inceritori lite social tra Salvini e Costa/Di Maio

Sugli inceneritori, i rifiuti e l’economia circolare non c’è sintonia al governo. E’ di ieri il social-scontro tra il ministro Costa e il vicepremier Di Maio da una parte e l’altro vicepremier Matteo Salvini dall’altra. Salvini chiede in video nuovi inceneritori in Campania. Il ministro dell’Ambiente Costa gli risponde a stretto giro su facebook: “Quello

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Redazione centrale di giornalistiNellerba.it Giornalisti Nell'Erba è realizzato dall'associazione di promozione sociale Il Refuso. Nel tempo ha collezionato tanti riconoscimenti e partnership come ad esempio quelle con ANSA, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa, Federazione Italia Madia Ambientali FIMA, European Space Agency (ESA), Agenzia Spaziale Italiana, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Lega Navale Italiana, Marina Militare, Università di Roma Tor Vergata. Ha i riconoscimenti della Presidenza della Repubblica, del Ministero dell'Ambiente e tante altre istituzioni.

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