
Perugia – Il raggiungimento del Welfare tramite mezzi informatici e innovativi, il lavorare in un ambiente salutare deve essere un punto di forza economico da sviluppare rispettando l’articolo 1 della Costituzione.
Un anno fa l’ufficio stampa dell’ARPA di Perugia (Agenzia Regionale per l’Ambiente) consigliava di affrontare in classe il fitorimedio (bonificare con le piante) e la riqualifica dei siti inquinati o dismessi (brownfield, v. Edublogger sull’ambiente (8139) Giornalisti nell’erba, 1CB ITAS Giordano Bruno Perugia) sulla falsa riga della grande “Regeneration” fatta nel sito delle Olimpiadi di Londra, riconosciuta dall’ONU e a Narni dall’azienda Alcantara.
Un esperto ha spiegato il processo che le piante svolgono per trasformare gli agenti inquinanti evitando di rimuovere e trasportare in discarica i terreni contaminati, riducendo i costi economici e ambientali.
A tale proposito ritengo che la crisi di Taranto potrebbe costituire uno spunto per costituire uno sviluppo diverso e sostenibile. Spero che a 5 giorni dallo spegnimento dei forni si trovi una soluzione per salvarguardare l’articolo sopra citato.
La Regione Umbria ha investito in questi mesi soldi sulla bonifica dei siti inquinati seguendo quelle che sono le direttive pubblicate sul sito della Regione, di dominio nazionale.
L’esperto chiarisce che uno dei D.Lgs prevede un aspetto innovativo che è “l’analisi del rischio sanitario e ambientale” per definire lo stato dell’effettiva contaminazione del sito e per stabilire gli obiettivi della bonifica. Compito dell’ARPA è garantire il contradditorio, verificare i documenti prodotti e lo stato di avanzamento.
Il responsabile della bonifica (che non è ARPA) deve monitorare “la qualità del suolo, dei sottosuoli e delle acque sotterranee e deve verificare la concentrazione della soglia di rischio”.
Consideriamo il sito contaminato se supera i valori della “concentrazione soglia di rischio (CSR)”. Definiamo invece “sito potenzialmente contaminato se i valori risultano superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione”.
Nell’art. 242 del D.Lgs 152/06 si stabilisce “le procedure da applicare in caso si manifesti un evento e pone le condizioni alle Regioni per rilasciare le autorizzazioni necessarie”.
Dall’articolo 196 dello stesso decreto scaturiscono le norme che determinano la responsabilità nel momento della manifestazione di un evento. “La responsabilità ricade sui proprietari dell’area, sul responsabile dell’inquinamento o su chi si accolla l’onere della bonifica qualora il soggetto coinvolto non provveda”.
Qualora non si faccia avanti nessuno, secondo il Piano Regionale, spetta al Comune, alla Provincia o alla Regione effettuare la bonifica.
Nel momento in cui l’area diventa una zona di interesse nazionale e quindi un obiettivo sensibile le procedure competono al Ministero dell’Ambiente e del Territorio e al Ministero delle Attività Produttive.
In questo piano possiamo trovare una lista dei siti di interesse per la riconversione industriale che deve essere aggiornata costantemente con un censimento dei siti produttivi dismessi o degradati (v. brownfield, v. Edublogger sull’ambiente(8139) giornalisti nell’erba, 1CB ITAS Giordano Bruno Perugia).
In Umbria la Giunta Regionale ha approvato la modifica del fabbisogno finanziario che ammonterebbe a 10 milioni 218 euro a causa di emergenze emerse e che potrebbero subentrare.
“Ai 19 siti individuati nel Piano Regionale a seguito di inadempienza dei soggetti obbligati e dal recente monitoraggio, si sono aggiunti altri tre interventi. Tutto per salvaguardare la salute dei cittadini”.
Questa sarà una settimana in cui le Acciaierie di Terni avranno particolare risonanza.
Giulia Fontecchio
Coordinatore Regionale Umbria
Ing. Regione/Sito Regione/Corriere dell’Umbria/Mie impressioni/Esperto/TG3
Facebook Comments