(aggiornamento 19 settembre 2019)
Il Ministro Fioramonti appoggia lo sciopero

Il ministro Fioramonti (al centro) con il giornalista Marco Cattaneo e Vito Borrelli in rappresentanza della Commissione Europea (19/9/2019, Miur, presentazione Notte europea Ricercatori – foto Il Refuso)
Il terzo Global Climatestrike è lo stesso giorno della Notte Europea dei Ricercatori, il 27 settembre. E, almeno in Italia, ha l’appoggio del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Lorenzo Fioramonti, infatti, alla presentazione della Notte Europea dei Ricercatori nel nostro Paese, ha dichiarato che “venerdì 27, giorno in cui è previsto lo sciopero in Italia, sulla facciata del Miur verrà apposto un banner per segnalare l’impegno istituzionale a difesa dell’ambiente. Io la considero una bellissima iniziativa, è in realtà la lezione più importante che i ragazzi possano frequentare”.
“Mi auguro che il 27 settembre, lo stesso giorno dello sciopero degli studenti sul clima, si ascolti la scienza. Come rappresentanti istituzionali del mondo scientifico dobbiamo dare il buon esempio e questo ministero sarà aperto a tutte le scuole per parlare di cambiamenti climatici, aperto al dialogo tra scienza e studenti, per affrontare la più grande delle sfide’, ha aggiunto Fioramonti.
Immediato il commento di Fridays For Future: “Siamo contenti del sostegno del Ministro – dice David Wicker, 14 anni, di Fff Torino – ma sarebbe stato più utile se avesse mandato una circolare ai presidi delle scuole per chiedere di non contare come assenza ingiustificata la partecipazione allo sciopero del 27, questo faciliterebbe la partecipazione visto che non sempre i genitori sono disposti a firmare una giustificazione. Inoltre chiediamo che l’educazione climatica sia inserita nei programmi delle scuole”.
Il ministro, in effetti, ci starebbe lavorando. E’ lui a spiegare di aver sospeso l’avvio dell’educazione civica a scuola proprio perché vuole rivederla in senso di educazione alla sostenibilità ambientale e climatica.
(aggiornamento 17 settembre 2019)
Il terzo sciopero globale degli studenti per il clima è il 27 settembre.
Ma la settimana di mobilitazione per il cambiamento climatico in realtà inizia il 20 settembre con una serie di iniziative (compresa la campagna #siamotuttigretini e quella ASviS #Saturdayforfuture), ed ha una portata globale.
Per il terzo sciopero degli studenti è prevista una massiccia partecipazione. Nel momento in cui scriviamo sono già oltre 4600 le città coinvolte dallo sciopero. Si inizia il 20 a New York, dove sono attese oltre un milione di persone. Sempre a New York lunedì 23 si terrà il Climate Action Summit dell’Onu.
Fridays for Future, che ribadisce di essere un movimento non violento e di natura ‘politica ma apartitica’, e che da mesi lavora capillarmente (ci sono sezioni del movimento anche in piccolissimi centri) per la campagna di sensibilizzazione . Sul sito internazionale si può trovare anche un kit per realizzare la Dichiarazione di emergenza climatica, una mozione da far approvare ai consigli comunali e a quelli scolastici, così da fare ulteriore pressione sui governi.
Per ora sono già 27 le città italiane che hanno approvato la mozione, in alcuni casi (ad esempio Torino), il comune si è impegnato a sottoporre al movimento un report bimensile sui progressi in materia ambientale e climatica. “Il fatto che si dichiari l’emergenza climatica ha un valore simbolico e serve anche a mobilitare le istituzioni locali affinché facciano pressione sul governo centrale”, spiega uno dei portavoce: “È importante che si usi la parola emergenza, non possiamo più chiamarlo solamente cambiamento climatico, perché purtroppo di un’emergenza si tratta.
(aggiornamento del 24 maggio 2019)
Giornalisti Nell’Erba celebra la sua XVI giornata nazionale e il 2° sciopero globale degli studenti sul clima a Villa Torlonia a Frascati insieme al mondo della Scienza e Ricerca
#GNE2019 il report della Giornata
(aggiornamento 19/4/2019)
Greta Thunberg è a Roma
(aggiornamento 15/3/2019)
Il 1° sciopero globale degli studenti sul clima
11/3/2019
Il primo sciopero globale degli studenti sul clima

Sta succedendo in tutto il mondo. Il venerdi è climatestrike, il giorno in cui gli studenti, i più giovani cittadini, insieme, fanno sentire la loro voce e chiedono a chi deve decidere ed agire per i cambiamenti climatici di farlo e con urgenza. Ha cominciato lo sciopero per il clima la giovanissima Greta Thunberg, ormai famosa ovunque, che si piazzava davanti al parlamento svedese ogni venerdi, fridayforfuture, che poi è andata a COP24 a Katowice a redarguire i potenti del mondo, e poi a Davos a fare altrettanto.
(aggiornamento del 1/3/2019) – Si preparano tante azioni ovunque per il global climate strike nel nostro paese. E gli “adulti” che sostengono e affiancano i giovani nella loro iniziativa sono sempre di più. Coalizione Clima, ad esempio, ha dato adesione completa alle attività. Altrettanto Legambiente, Zero Waste, Federconsumatori, Isde, Mare vivo, Federparchi. Tra le organizzazioni aderenti, anche il logo di Giornalisti Nell’Erba. La Commissione scientifica nazionale per l’Agenda 2030 di Unesco Italia ha lanciato un appello (vedi qui) firmato dai rappresentanti di università, organizzazioni ambientaliste, di enti di ricerca, da studenti di ogni ordine e grado e dai docenti. Tantissime sono le associazioni che si muovono organizzando eventi in ogni angolo del paese.
(aggiornamento del 21/2/2019) – Greta è andata a parlare anche alla Commissione Europea. E, rivolgendosi a Jean Claude Juncker, ha chiesto ai politici di smettere di “nascondere la polvere sotto al tappeto aspettando che siano i giovani a ripulire”.
Il venerdi, sciopero per il clima e fridaysforfuture, è diventato il giorno dello sciopero degli studenti per il clima in tutto il mondo. Le iniziative, dall’Uganda alla Nuova Zelanda, dalla Colombia alla Germania, si moltiplicano di settimana in settimana, anche nel nostro (un po’ addormentato) paese (in questa pagina, per avere notizie dai social). Il principio è semplice semplice: perché studiare per un futuro se questo poi potrebbe non esserci? Perché fare lo sforzo per studiare e formarci quando chi governa i nostri paesi non ascolta coloro che hanno studiato e si sono formati?
Ecco quindi che chiamiamo a raccolta tutta la rete dei giornalisti Nell’erba. Appuntamento ogni venerdi ovunque ci siano iniziative o promuovendone di nostre. E in particolare il 15 marzo, quando a raccolta sono chiamati tutti gli studenti per lo sciopero globale #ClimateStrike, e per il 24 maggio, il venerdì della nostra giornata nazionale #GNE2019 #NonAbbocco (scaricare il logo_gNe e tenere alta la bandiera della nostra rete)
Per il 15 marzo, studenti e scuole gNe sono già in moto per organizzare il loro venerdì per il futuro a Frascati, a Bovino (Fg) e a Greve in Chianti. Diteci se avete in mente iniziative anche altrove: siamo in rete con gli altri organizzatori di #climatestrike in tutta Italia e possiamo darvi una mano.
La nostra casa è in fiamme – dice Greta a Davos – Sono qui per dire che la nostra casa è in fiamme. Secondo il rapporto IPCC abbiamo meno di 12 anni per poter rimediare ai nostri sbagli… In posti come Davos, alla gente piace raccontare storie di successo. Ma il loro successo finanziario è stato ottenuto a carissimo prezzo e per quanto riguarda i cambiamenti climatici dobbiamo riconoscere che abbiamo fallito. Tutti i movimenti politici attuali hanno fallito e anche i media hanno fallito, perché non hanno fatto un’opera di informazione per una presa di coscienza di massa. Ma l’Homo sapiens non ha ancora fallito del tutto. Ebbene, stiamo sbagliando, ma abbiamo ancora tempo per ribaltare le cose, possiamo ancora sistemarle. Tutto è ancora nelle nostre mani…. Adesso è giunto il momento di parlare chiaro. Risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’Homo sapiens si sia mai trovato ad affrontare”.
Il movimento è unico, con più nomi, più organizzatori, senza confini. Fridaysforfuture, Youth for climate o Youth strike 4 climate, non importa. L’importante è che la voce dei giovani si alzi ogni giorno di più.
«Il movimento di cui facciamo parte ha una portata internazionale – spiega ad esempio David Wicker, 14enne torinese che insieme ad altri ragazzi coordina le attività sabaude – chiediamo ai governi di tutto il mondo di rispettare i trattati internazionali già firmati da più paesi, come l’Accordo di Parigi. Che ascoltino le indicazioni dell’IPCC(Intergovernmental Panel on Climate Change). Si tratta di patti internazionali che e raccolte scientifiche che vedono la firma di grandi scienziati e prevedono piani politici per cominciare a portare il mondo verso un’economia attenta e sostenibile, che dismetta i combustibili fossili e limiti il più possibile le emissioni. Nessuno dei paesi firmatari è in linea per raggiungere gli obiettivi globali. Noi vogliamo che lo siano e che facciano anche di più”.
“Venerdì 15 marzo scendiamo in piazza per chiedere ai governi di tutto il mondo di dare prova del loro impegno per la giustizia sociale e climatica, e partecipiamo fin da subito al percorso di Fridays for future”. Lo annunciano in una nota l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti medi. “I cambiamenti climatici dovuti all’attività umana – affermano le associazioni studentesche – stanno avendo un forte impatto sul nostro pianeta, alterandone significativamente gli equilibri ambientali. Gli effetti di questi squilibri si riversano anche in campo economico e sociale: ne sono un esempio le migrazioni di intere popolazioni che abbandonano le loro terre rese ormai invivibili dai disastri, dall’inasprimento delle condizioni climatiche e dallo sfruttamento irresponsabile delle risorse da parte dell’uomo. La COP24 di dicembre inoltre non è riuscita a rasserenare gli animi circa gli impegni dei potenti della Terra per risolvere il problema”.
In Inghilterra e in Belgio ci sono insegnanti che premiano con crediti aggiuntivi gli studenti che partecipano ai Climate Strike dell’iniziativa Fridays For Future e che dimostrano il loro impegno attraverso foto e documenti da loro prodotti a favore di questa causa
A Bergamo si stanno organizzando, insieme agli uffici scolastici e al Comune, per una giornata di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici in occasione del ClimateStrike del 15 marzo: appuntamento nel Piazzale degli Alpini, di fronte all’Istituto Vittorio Emanuele II, per dare vita ad una marcia che porterà fino a Piazza Matteotti.
Milano per il clima, rete di realtà ambientaliste, studentesche e di cultura sociale organizza il 15 una giornata di eventi e manifestazioni per il clima che culmina con la manifestazione: strumenti, tamburi, pentole, striscioni, colori: “portiamo tutto il necessario per farci sentire e vedere!”, appuntamento a Largo Cairoli alle 18.
Altrettanto si sta facendo in città grandi e piccine. FridaysForFuture è anche un sito web dove si cerca di tenere insieme le fila italiane del movimento spontaneo e dove si possono trovare, man mano che vengono organizzati, gli appuntamenti in tutta Italia. Sui social, grande mobilitazione con gruppi e sottogruppi (su facebook, su Twitter, su Instagram). “Siamo la prima generazione a sentire gli effetti del cambiamento climatico – si legge nell’invito ad aderire al Friday For Future – Ma siamo anche l’ultima a poter chiedere e fare qualcosa”.
“Noi giovani e giovanissimi Giornalisti nell’Erba che da più di un decennio ci occupiamo di informare e sensibilizzare sui cambiamenti climatici non potevamo non aderire al #globalclimatestrike del 15 marzo”, spiegano Lara e Giulia, 15 anni. Siamo in prima fila.
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