altSerge Latouche, il “padre” della Decrescita, o meglio dell’Acrescita, come lui stesso puntualizza, sarà alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tre domani (7 novembre), per una conferenza, organizzata dagli studenti dell’ateneo, su “Quale rapporto tra economia, ecologia e filosofia? L’occasione della crisi”.

Quello che sta accadendo in campo ambientale, economico e sociale è il risultato di una concezione di progresso che non tiene conto dei limiti naturali e temporali e che alla cooperazione sostituisce la competizione ed il confitto.Invertire la rotta prima di emergenze e disastri a cui potrebbero corrispondere svolte autoritarie forse è ancora possibile, ma ciò implica un cambiamento culturale ed una presa di coscienza urgente e di portata globale.

La decrescita – spiega il filosofo autore tra l’altro del Breve trattato sulla decrescita serena – non è la crescita negativa. Sarebbe meglio parlare di “acrescita”, così come si parla di ateismo. D’altra parte, si tratta proprio dell’abbandono di una fede o di una religione (quella dell’economia, del progresso e dello sviluppo). Se è ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito, le conseguenze (produrre meno e consumare meno) sono invece ben lungi dall’essere accettate. Ma se non vi sarà un’inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un’altra logica: quella di una “società di decrescita”. E l’attuale crisi economica, in quest’ottica, può essere l’occasione giusta per il cambio di rotta.

Serge Latouche è uno degli animatori de La Revue du MAUSS, presidente dell’associazione “La ligne d’horizon”, è professore emerito di Scienze economiche all’Università di Parigi XI e all’Institut d’études du devoloppement économique et social (IEDS) di Parigi.

 

 

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