
Roma –In occasione di un recente convegno sul giornalismo digitale, abbiamo incontrato Gianni Sgarbi, responsabile Marketing di Icarusnet, un’azienda emiliana. Abbiamo parlato di ambiente, di comunicazioni e tecnologia, ma anche del terremoto, della situazione per le aziende, della voglia di riconominciare. La Icarusbet propone soluzioni che possono aiutare a comunicare, utilizzando un sistema satellitare, portando la connessione a banda garantita con costi minimi per l’utente. L’azienda ha anche recentemente presentato un prototipo di auto elettrica con un’antenna satellitare che facilita le comunicazioni compreso il trasferimento di dati nel rispetto dell’ambiente con l’intento di limitare i costi e garantire tecnologie efficienti.“Nel solco della non discriminazione e della parità di accesso alle tecnologie, il veicolo satellitare segue i gruppi di lavoro durante gli spostamenti sul territorio assicurando collegamenti ad elevato standard qualitativo in qualsiasi area del Paese” queste le parole di presentazione. Abbiamo chiesto qualche delucidazione in più.
In che cosa consiste il vostro progetto di portar la banda larga?
Il progetto è nato dal lancio del satellite KA-SAT diEutelsat, o t-way di seconda generazione. In precedenzamolte reti televisive avevano già usato il t-way di prima generazione, ma è difficilmente utilizzabile per scopi professionali. Pertantol’idea è stata quella di prendere una fetta di satellite in banda KA e l’abbiamo poi usata a banda garantita per un uso occasionale. Da lì ci siamo accorti che questa tecnologia ha un hardware economico e ha una banda garantita. In seguito abbiamo creato quelle facilitazioni che permettano di utilizzare la tecnologia satellitare su vasta scala. Questo sistema apre un nuovo mondo e fornisce nuove opportunità per tutti i mezzi di comunicazione considerato che il sistema della comunicazione e dell’informazione sta velocemente cambiando.
Lei viene dalle zone colpite dal terremoto, come è adesso la situazione?
Io credo che sarebbe molto bello se, aldilà del concentrarsi sulle rovine, uno venisse a vedere a distanza di breve tempo come tutte le produzioni o buona parte delle produzioni sia stata spostata fuori dai capannoni, come la gente lavori sotto tendoni all’aperto in condizioni non facili. Alcune ditte sono state già messe in sicurezza. Per altre continua il lavoro di metterle in sicurezza.
Si sente una forte voglia di ricominciare e la prima preoccupazione per la nostra gente è il lavoro che permette di essere autonomi. In seguito verranno le abitazioni e i monumenti. Recentemente ho parlato nel centro di Cavezzo, uno dei paesi maggiormente colpiti, con un mio amico ci siamo guardati e abbiamo detto di voler rifare il paese più bello di prima. Questo è il nostro spirito.
Lei ha parlato nel suo intervento anche di mobilità sostenibile
Noi abbiamo presentato questo automezzo in occasione di una manifestazione organizzata da NuvolaVerde. Noi stiamo anche lavorando sulla video comunicazione, un sistema evoluto delle attuali tecnologie presenti e anche questo progetto rientra nel tema della sostenibilità in quanto limita gli spostamenti per le riunioni e i meeting, riducendo così l’inquinamento. Abbiamo una forte attenzione e sensibilità verso questa tematica.
Quali sono i prossimi impegni?
Attualmente abbiamo un mezzo, quasi completato, fermo a causa del terremoto e stiamo cercando di ripristinarlo. Stiamo anche lavorando su una piattaforma per lo streaming, ma al momento non posso dire di più.
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