Si è aperta oggi COP25 (25a Conference of Parties) sul cambiamento climatico. Delegazioni di tutto il mondo a Madrid discuteranno e negozieranno regole e meccanismi d’attuazione degli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, sottoscritto nel 2015 alla COP21. Si tratta di una COP “tecnica”, quella quest’anno presieduta dal Cile ma ospitata dalla Spagna dal 2 al 13 dicembre. Una COP che dovrebbe preparare bene quella dell’anno prossimo prevista (in teoria) come la COP dell’ambizione, ossia quella in cui gli Stati presentano i loro impegni aggiornati per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In questo Summit Onu, alla vigilia del quale piovono dal mondo scientifico previsioni catastrofiche, si discuteranno particolari rimasti in sospeso nel “regolamento” (rulebook) scritto a Katowice, meccanismi economici per favorire la decarbonizzazione, ma soprattutto spingere gli Stati ad alzare e di parecchio l’asticella dei propri impegni.

Patricia Espinosa, Segretaria esecutiva del UNFCCC (Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici), prima ancora dell’apertura dei lavori, ha voluto avvertire tutti: “Quest’anno abbiamo assistito ad un’accelerazione degli impatti dei cambiamenti climatici, tra cui l’aumento della siccità, delle tempeste e delle ondate di calore, con conseguenze disastrose per l’eliminazione della povertà, sulla salute umana, la migrazione e la disuguaglianza. La piccola finestra di opportunità globale per affrontare i cambiamenti climatici si sta chiudendo rapidamente. Dobbiamo utilizzare con urgenza tutti gli strumenti della cooperazione multilaterale per rendere COP25 il trampolino di lancio per ulteriori ambizioni climatiche e mettere il mondo su un percorso di trasformazione verso basse emissioni di carbonio e resilienza”.

Un obiettivo chiave della COP25 è infatti quello far alzare l’ambizione generale anche completando diversi aspetti chiave rispetto alla piena operatività dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

L’anno scorso alla COP24 in Polonia, è stata concordata la maggior parte degli orientamenti di attuazione dell’Accordo di Parigi, ad eccezione dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi, per il quale, non raggiungendo un accordo sulle regole attuative, si è deciso uno slittamento di un anno.

L’articolo 6 è quello che deve fornire linee guida sul funzionamento dei mercati internazionali, come componente chiave della cassetta degli attrezzi economica mondiale per affrontare i cambiamenti climatici.

Altri temi aperti da affrontare a Madrid sono quelli legati all’adattamento, alle perdite e ai danni (il cosiddetto spinosissimo capitolo “loss and damage”), la trasparenza nei flussi di denaro e di tecnologie, le problematiche indigene, gli oceani, la silvicoltura, le questioni di genere.

“Mentre abbiamo assistito ad alcuni progressi per quanto riguarda il finanziamento ai paesi in via di sviluppo per far fronte alla sfida del clima, continueremo a sollecitare le nazioni sviluppate a rispettare l’impegno di mobilitare 100 miliardi di dollari ogni anno entro il 2020 – ha continuato Espinosa – Dobbiamo anche vedere i flussi finanziari globali globali che riflettono la profonda trasformazione in tutta la società di cui abbiamo bisogno: lontano da investimenti ad alto contenuto di carbonio e verso una crescita più sostenibile e resiliente. Le gocce nel secchio non bastano: abbiamo bisogno di un cambio di mare”.

Secondo il Rapporto sul divario di emissioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente 2019 (UNEP) pubblicato questa settimana, a meno che le emissioni globali di gas a effetto serra non diminuiscano del 7,6 per cento ogni anno tra il 2020 e il 2030, il mondo perderà l’opportunità di raggiungere l’obiettivo della temperatura di 1,5 ° C del Accordo di Parigi. Ciò significa che l’ambizione collettiva dovrebbe aumentare di oltre cinque volte rispetto ai livelli attuali per offrire i tagli necessari nel prossimo decennio per l’obiettivo di 1,5 ° C.

“Gli attuali NDC (impegni degli Stati per il clima ndr) rimangono inadeguati”, ha dichiarato il segretario esecutivo UNFCCC.  “Se restiamo sulla nostra traiettoria attuale, si stima che le temperature globali potrebbero più che raddoppiare entro la fine di questo secolo. Ciò avrà enormi conseguenze negative per l’umanità e minaccerà la nostra esistenza su questo pianeta. Abbiamo bisogno di un cambiamento immediato e urgente della traiettoria. È realizzabile, ma per stabilizzare l’innalzamento della temperatura globale di 1,5 gradi C entro la fine di questo secolo, dobbiamo ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. È una sfida estremamente difficile, ma per far fronte è assolutamente necessario salute, sicurezza e protezione di tutti su questo pianeta, sia a breve che a lungo termine”.

Giornalisti Nell’Erba seguirà i lavori, come ogni anno dal 2015 in poi. Il team dei nostri inviati sarà presente a Madrid nella seconda settimana, grazie al supporto di Lucart, azienda leader in Europa nel settore delle carte per cucina, igiene ecc pluripremiata per il suo impegno in sostenibilità (vedi ad esempio qui, qui, qui), l’associazione di ricercatori Frascati Scienza, che organizza da 14 anni la Notte Europea dei Ricercatori, e il Servizio Cristiano Valdese di Riesi, l’opera diaconale della Chiesa Valdese in Italia che fonda le sue azioni su tre principi: solidarietà attiva, contrasto all’illegalità ed alla mafia, sviluppo sostenibile.

Per la nostra testata saranno a Madrid Giorgia Burzachechi, vicedirettore, Giuseppe Toninelli, inviato, Paola Bolaffio, direttore, e anche Lara Attiani, 16 anni, reporter della redazione centrale, attivista sin da bambina e co-fondatrice di una sezione di Fridays For Future (Castelli Romani).

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giornalista professionista, è direttore responsabile di Giornalisti nell'Erba, componente dell'ufficio di presidenza FIMA (Federazione Italiana Media Ambientali) e membro Comitato Scientifico per CNES UNESCO Agenda 2030. Presidente de Il Refuso a.p.s.. In precedenza ha lavorato come giudiziarista per Paese Sera, La Gazzetta e L'Indipendente. Insieme a Gaetano Savatteri ha scritto Premiata ditta servizi segreti (Arbor, 1994). Collabora con La Stampa.

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