stockvault-papua-new-guinea-grunge-flag134357Non è dell’Italia il primo contributo arrivato sulla pagina web di UNFCCC dedicata ai piani attesi dall’Accordo di Parigi per contrastare i cambiamenti climatici, bensì della Papua Nuova Guinea.

Infatti, mentre le affermazioni “anti spreco di fonti fossili” del premier Renzi, alla vigilia del referendum sulle trivelle, stanno facendo discutere, è il piccolo stato immerso nell’Oceano Pacifico a onorare gli impegni presi a dicembre. La Papua Nuova Guinea, sebbene presenti livelli assoluti molto bassi di emissioni CO2 e relativamente bassi livelli di emissione pro capite, condivide la preoccupazione delle vicine isole del Pacifico che rischiano di scomparire, sommerse dal livello del mare che, a causa proprio dei cambiamenti climatici, continua a salire.

Puntuali le congratulazioni di Christiana Figueres, segretario esecutivo UNFCCC: “La Papua Nuova Guinea ha gettato le fondamenta su cui il mondo dovrà rafforzare, nel corso del tempo, l’impegno a tenere la temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, tendenti a 1,5 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali, e costruire società resilienti”.

Ricorda Figueres che “c’è ancora molto da fare, gli NDCs rappresentano un passaggio chiave per l’incontro che si terrà a New York il 22 aprile” quando cioè gli Stati presenti a Parigi prenderanno formalmente l’impegno dell’accordo stipulato il 12 dicembre scorso che però entrerà ufficialmente in vigore nel 2020.

Ci sono altri 194 Paesi chiamati a presentare il loro contributo entro quella data, perché si giunga in tempi rapidi al picco di emissioni (fermando il corrente aumento annuo), per poi invertire rapidamente la rotta.

Una parte degli Stati avevano già presentato dei piani di contributi non vincolanti (detti INDC, Intended Nationally Determined Contributions) già prima di Parigi; con l’accordo, si sono previste nuove modalità: i contributi determinati a livello nazionale (NDCs) potranno essere aggiornati ogni 5 anni (aggiornamento previsto per il 2018 per coloro che abbiano già presentato INDCs), ma solo se si vorrà rendere più ambizioso l’obiettivo. Anche se fossero stati pienamente attuati, i vecchi INDCs non sarebbero stati sufficienti a tenere l’aumento delle temperature globali al di sotto tenere dei 3 °C, un obiettivo lontano a garantire un Pianeta così come lo conosciamo oggi.

Entro un mese, fa sapere la segreteria UNFCCC, sarà pronto un nuovo registro formale di NDCs. L’Italia è nel quadro dell’Unione Europea “nei prossimi mesi è prevista la discussione sulla divisione dell’obiettivo” spiega Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia per WWF Italia. Effort sharing decision viene definita nell’accordo e prevede, cioè, di fissare gli obiettivi nazionali di emissione per il 2020, come variazioni percentuali ai livelli del 2005. “Ma ci sono diversi scogli da superare” continua Midulla, “intanto la firma il 22 aprile, la ratifica dei singoli Stati, tenendo in considerazione molti elementi contestuali. Ma speriamo e crediamo che l’Italia contribuirà per il meglio all’obiettivo europeo”.

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Approda a Il Refuso nel 2008 dove rimane in pianta stabile dal 2014, dopo una serie di esperienze lavorative nel giornalismo, la comunicazione e il management. Nel 2010, diventa giornalista pubblicista, per Giornalisti Nell'Erba ricopre prima il ruolo di responsabile relazioni esterne e coordinatore generale, in occasione di Expo è coordinatrice di #gNeLab e dal 2015 vicedirettore di giornalistinellerba.it. Ama il cibo, la musica (rigorosamente antecedente agli anni 2000) e condividere i primi due in buona compagnia.

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