
La Grotta di Monte Cucco, uno dei sistemi ipogei più importanti in Europa, e al ritorno le gallerie della Ancora-Perugia in costruzione: non faranno danni idrogeologici?
Perugia – Prendo la superstrada Perugia – Umbertide. Dopo una serie di curve arrivo finalmente a Costacciaro.
Un paese dal lifting rifatto, l’orologio spicca da una delle porte delle mura del paese, il Rivellino è imponente. Dalle fontanelle l’acqua fresca di sorgente sgorga ininterrottamente. Trovo il gruppo per andare a visitare la grotta di Monte Cucco portandomi una felpa, gli scarponi e una giacca in Gorotex per i 6 gradi interni. Il mio gruppo visita gli 800 metri della parte trasversale che è stata aperta pochi anni fa a tutti. Un 2° gruppo va a fare il percorso avventura (da vagliare) e scopre dei meandri nascosti, ma non i pozzi e la grotta delle fate e il lago smeraldo.
Prima, tutta la grotta era off-limits alle persone che non fossero speleologi.
È una esperienza sensoriale incredibile. Quando si fa la prova al buio si sente l’acqua che scava la roccia e man mano che i led lentamente si riaccendono puoi vedere l’effetto delle gocce sulle concrezioni similari a funghi del pane.
La guida ci ha fatto notare che è una grotta fatta quasi esclusivamente di stalagmiti, annerite in parte dall’acitilene e che qui gli insetti hanno perso il pigmento. Sembra essersi formata dall’attività termale/vulcanica presenti nell’antichità nella parte sottostante. In tal proposito, il gruppo Speleo di Perugia mi fornisce uno studio di un geologo di Gubbio che afferma come le “gallerie nella zona siano riempite da metri cubi di gesso micro e macro cristallino con associazione di fluorite, barite e celestina. Questi minerali sono stati trovati nella grotta del Faggeto Tondo e nella grotta di Monte Cucco e testimoniano un’origine ipogenetica comune, dal basso verso l’alto, facendo parte di un unico sistema. Questo meccanismo carsificante dal basso verso l’alto produce la dissoluzione rapidissima delle rocce calcaree per l’azione sotto pressione di fluidi termali”. “La geologia dell’area prevede che con la presenza di fluidi provenienti dal basso le vie di percorrenza siano sempre condotte forzate, con cupole e camini chiusi”. “Lo stesso studioso dice che nella parte più meridionale degli USA al confine con il Messico si apre una grotta molto interessante. Questa grotta è famosa per conformazioni di gesso che sono presenti nella Sala da ballo del candelabro e ha molte analogie con le grotte italiane dell’Italia centrale”.
La Grotta di Monte Cucco con i suoi 30 chilometri di gallerie ed oltre, e con una profondità massima di più 900 metri è uno dei sistemi ipogei più importanti in Europa e sicuramente tra i più noti e studiati nel mondo.
Essa ha la classificazione di grotta turistica, ma mantiene quel fascino segreto di un antro al quale non tutti avrebbero potuto accedere.
Per far accedere tutti hanno portato l’illuminazione e hanno costruito delle scale metalliche che permettono di scendere senza corde. Alcuni hanno visto queste scale come una forzatura. Io, da appassionata della natura e di speleologia, ho visto queste scale come la possibilità di coronare un sogno. Hanno costruito con somma difficoltà scale da minatori che facilitano il cammino e mantengono quell’aria che ti aspetteresti in un ambito del genere. L’attenzione è sempre necessaria. La pendenza delle scale ti fa percorrere una sala in verticale. I colori, le forme, i labirinti, i cunicoli, i corridoi ti ammagliano. La Sala del becco, dove ad agosto servono i guanti termici, ha una scritta del 1551, ed ha una bellezza straordinaria. L’ultimo pezzo in cui i passaggi sono bassi e stretti mi ha fatto venire in mente l’esperienze delle roccette fatte a Pizzo d’Uccello sulle Alpi Apuane, la grotta degli Stretti all’Argentario e la grotta dei Pozzi della Piana.
Si scende da Pozzo Miliani (27 m), attrezzato con una scala verticale e piccole zone dove puoi riposarti. Poi attraverso percorsi in terra, scale e passerelle interne riesci a visitare la Cattedrale, la Sala Margherita, il Giardino di Pietra, la Sala del Becco, la Sala delle Fontane, il Passaggio Segreto, la sala Terminale.
L’uscita è una scala a pioli similare a quelle che si possono trovare sul veliero Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare.
Quando si esce si vuole ritornare subito dentro, anche se ti trovi davanti ad un bellissimo panorama dei Monti delle Marche e se c’è una buona visuale, vedi l’Adriatico. In questo momento puoi vedere la traccia di chi ha incendiato le cime dei monti e puoi osservare che il Rio Freddo (forra) è asciutto.
Una delle guide dice che la zona è ricca di acqua, ma non si sa dove vada a finire, si perde perché le tubature sono state fatte tanti anni fa. La grotta, infatti, è un laboratorio scientifico che ha reso possibile la verifica sul campo di importanti teorie nell’ambito dell’idrologia e della speleogenesi.
È un po’ dura fare i 45 minuti di sentiero per tornare alla macchina con 40 gradi. L’energia ti viene data dal cielo che è blu e dal vento di tramontana che pettina l’erba, ma non permette a 1400 mt ai deltaplani di volare.
Dopo un breve rifocillamento, salgo in macchina e vago per le strade alla ricerca di una segnaletica che mi riporti a Perugia. Non la trovo. Chiedo a svariate persone e finalmente trovo la superstrada che mi porta in direzione Valfabbrica (stiamo parlando della famosa strada che dovrebbe collegare Perugia – Ancona). Sembrava una chimera, ma dopo pochi chilometri la strada a doppia corsia si interrompe e finisco su una strada tutte curve, che mantengono il guidatore particolarmente sveglio. A Valfabbrica intravedo delle gallerie in costruzione e dopo essere riuscita a fare benzina a 1€649 riesco a trovare la strada a doppia corsia e a raggiungere casa. A un mese di distanza le Marche e l’Umbria si avvicinano sempre di più perché il TG3 ha comunicato che è stata buttata giù un’altra parete della galleria che collegherà la strada a 6 corsie Perugia – Ancona.
Mi auguro solo che la presunta mancanza di risorse idriche nella zona non abbia a che vedere con la costruzione della strada visto che ad Atlantide Mario Tozzi dice che le risorse idriche abruzzesi sotterranee hanno dimezzato la loro portata una volta iniziata la costruzione del traforo sotto il Gran Sasso e si sono dovuti fermare creando un danno idrogeologico incredibile.
1. mie impressioni
2. racconti guida
3. http://www.grottamontecucco.umbria.it/media.html
4. articolo speleologo nazionale e internazionale
5. 1 speleologo anziano conferma l’info dell’esperto
6. non sono riuscita a parlare con il nuovo capo del gruppo speleo che mi aveva invitato ad una loro riunione il giovedì
Foto di Marco Fraternali
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