Parigi, 12 dicembre (dalle nostre inviate) – Universale. Accordo Universale. Questo ha chiesto, a nome dei cittadini di tutto il mondo, il presidente di COP21 ai delegati delle 196 nazioni riuniti nella plenaria per esaminare il testo che era pronto, puntuale, dopo notti insonni, alleanze ambiziose e negoziati difficili, alle 11.30 di questa mattina, ma che arriverá, tradotto, verso le 13.30. Storico, universale. Ambizioso e realista. Un accordo decisivo per l’umanitá e per il pianeta, chiede il presidente Hollande: “Sarei fiero se uscisse da Parigi l’accordo universale per il clima. Avete l’occasione di cambiare il mondo” dice ai delegati riuniti per la discussione in plenaria. Una plenaria che applaude a lungo alle parole di Fabius Laurent, che ha condotto le negoziazioni con metodo nuovo e polso di ferro.
Ambizione e realismo, “in equilibrio” secondo Fabius, come mai prima nella storia. “Il nostro testo, ché e’ nostro, appunto, scritto da tutti noi – ha sottolineato Fabius – e’quello che esprime il miglior equilibrio possibile. Ciascuno di voi puó tornare a casa a testa alta”.
Obiettivo condiviso, almeno nel testo in questo momento all’esame della plenaria, e’ quello di restare “ben al di sotto dei 2 gradi, e puntare a raggiungere al massimo 1,5”.
E’ il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ad attribuire a questo accordo l’aggettivo universale. E decisivo per l’umanitá. Il 12 dicembre 2015, dipende da voi, puo’diventare una grande data per l’umanitá”.
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