Si è appena conclusa la sessione sui cambiamenti climatici di maggio-giugno, la prima tenutasi virtualmente per preparare la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) che si terrà alla fine dell’anno a Glasgow, in Scozia. E’ la prima volta che tutte le parti si sono incontrate, dopo la fine di COP25 a Madrid del dicembre 2019. Ma i risultati sono a quanto pare una serie di note informali su cui ricominiciare a discutere a COP26.
Le sessioni degli organi sussidiari per l’attuazione e la consulenza tecnica si sono svolte nell’arco di tre settimane. In considerazione del fatto che l’anno scorso le sessioni non hanno potuto svolgersi, i delegati di tutto il mondo si sono impegnati in modo costruttivo in tutti i fusi orari per affrontare le questioni in corso di negoziazione.

“Ringrazio sinceramente tutti i delegati per il loro impegno virtuale completo ed efficace. Nonostante le sfide significative che il formato ha creato per molti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, tutte le parti sono rimaste pienamente impegnate. Di conseguenza, queste sessioni degli organi sussidiari si sono rivelate un buon modo per far progredire il lavoro tecnico”, ha affermato Patricia Espinosa, Segretario esecutivo delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico (UNFCCC)
“Anche se rimane una quantità significativa di lavoro, sono stati compiuti buoni progressi su molte questioni. La mia valutazione complessiva è positiva”, ha aggiunto.
Le questioni discusse in preparazione alla COP26 includevano le problematiche relative all’agricoltura più sostenibile, il modo migliore per fare il punto sui progressi delle azioni per il clima, il far rispettare gli impegni pre-2020, oltre che il sostegno ai paesi in via di sviluppo e la costruzione di una resilienza e un reale adattamento agli effetti del cambiamento climatico.
A fine sessione si registrano ancora opinioni divergenti sulla finalizzazione dei dettagli su come funzioneranno i meccanismi del mercato del carbonio e non di mercato dell’Accordo di Parigi. Sebbene permangano opinioni divergenti anche sulla finalizzazione dei dettagli che consentiranno a tutti i paesi di comunicare le proprie azioni sul clima in modo trasparente ai sensi dell’accordo di Parigi, secondo Espinosa sono stati compiuti progressi sugli strumenti necessari per dare vita agli accordi di trasparenza.
Altre questioni cruciali che devono essere risolte alla COP26 includono la consegna dell’impegno a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno per sostenere i paesi in via di sviluppo, aumentare l’ambizione sulla riduzione delle emissioni, l’adattamento e la finanza, garantendo nel contempo che nessuna voce rimanga inascoltata e nessuna proposta incustodita. Insomma, per dirla in breve, i soliti nodi che ci portiamo appresso da anni.
“La COP26 deve essere un successo – continua Espinosa – Questi problemi richiedono leadership, volontà politica e decisioni politiche. Gli elementi in sospeso devono essere chiusi per attuare pienamente l’accordo di Parigi e il sostegno deve essere liberato in modo che tutte le nazioni possano intraprendere azioni ambiziose. L’ONU è pronta a sostenere tutti i paesi in questi sforzi”.
Il presidente dell’organismo sussidiario per la consulenza scientifica e tecnologica (SBSTA), Tosi Mpanu-Mpanu, ha dichiarato: “Siamo stati in grado di fare grandi passi avanti su alcuni dei risultati della COP26. Sulle altre questioni c’è ancora molto lavoro da fare. Se le parti lo desiderano, le differenze rimanenti possono essere superate”.
I progressi realizzati durante la sessione sono stati raccolti in note informali.
Marianne Karlsen, presidente dell’organismo sussidiario per l’attuazione (SBI) ha dichiarato: “Poiché non sono state prese decisioni, le note informali forniranno un quadro di ripartenza delle discussioni in programma a Glasgow”.
Il presidente entrante della COP, Alok Sharma, ha convenuto che la sessione di maggio-giugno ha consentito buoni progressi. Ma “non possiamo essere compiacenti e comprendiamo tutti che c’è ancora una notevole quantità di lavoro che deve essere svolto per garantire che la COP26 sia un successo”.
“I prossimi mesi sono fondamentali in quanto la Presidenza britannica continua a contattare le parti, guidando i progressi e creando spazio per raggiungere compromessi. È importante incontrarci a Glasgow dopo aver svolto i compiti prima della COP26”, ha aggiunto.
La COP26 si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre 2021. La futura Presidenza britannica “sta compiendo ogni sforzo per garantire che la partecipazione sia sicura per tutti”.
Facebook Comments