di Lara Attiani e Leonardo Porciello
Roma, 19 aprile, 2019 – “Non siamo scesi in strada perché adulti e politici si facciano selfie con noi. Noi ragazzi stiamo facendo questo perché vogliamo svegliarli, vogliamo che agiscano, perché vogliamo indietro i nostri sogni e le nostre speranze“, dice Greta a piazza del Popolo. Messaggio condiviso in pieno dai giovani dei fridays for future italiani. Nessun politico sul palco, pochissimi anche gli adulti (un musicista, Andrea Satta, uno scienziato…), la scena e la discussione, la protesta e la richiesta di un futuro è tutta loro.
“Ciao Roma, dovete essere molto orgogliosi di voi”: la piazza è stracolma.
“L’umanità si trova davanti a un bivio, ma noi oggi siamo qui perché abbiamo già deciso quale strada prendere e stiamo solo aspettando che anche gli altri seguano il nostro esempio – continua Greta Thunberg – Negli ultimi sei mesi non è cambiato nulla nelle politiche in tutte le parti del mondo. È per questo che dobbiamo prepararci a continuare a lungo: non basteranno alcune settimane, non basteranno mesi, la nostra battaglia dovrà andare avanti per anni”.

“Non dovremmo essere noi a combattere per il futuro – dice la giovane attivista svedese – Ma nessuno di loro lo fa… Qualcuno dice che stiamo perdendo tempo, tempo che sottraiamo alla scuola. Noi rispondiamo che stiamo cambiando il mondo, così che quando saremo anziani potremmo guardarci indietro e dirci che abbiamo fatto tutto quel che potevamo. E continueremo a farlo, continueremo a combattere per il nostro futuro e per il pianeta vivente”.

Sul palco i ragazzi dei Fridays For Future di varie parti d’Italia parlano di un futuro di equità, di parità di genere… Si dedica un minuto di silenzio per tutte le vittime dell’economia del profitto, per quelle dell’Ilva, per la terra dei fuochi (“il pianeta brucia… La mia terra, nella zona di Salerno, brucia da 20 anni”), per le vittime del razzismo, dei disastri naturali, per le vittime di tutto il mondo delle catastrofi climatiche.

Si chiede una formazione adeguata: “non è possibile che all’università si imparino principi di economia lineare, quando si è già capito che appartiene ad un passato che ci ha portato al baratro”, “non è possibile andare a fare stage in aziende che non sanno cosa sia la sostenibilità”.
I ragazzi parlano tutte le lingue possibili, si esprimono attraverso slogan, report scientifici, musica, street art…
E a chi dà loro addosso, come alcuni media italiani, rispondono…