COP26, Midulla (WWF): la natura è la nostra miglior arma

di Giorgia Burzachechi e Paola Bolaffio

(Glasgow) COP26 – Mariagrazia Midulla storica attivista per il clima e responsabile clima ed energia WWF, in collegamento dallo Scottish Exhibition Centre commenta gli annunci giunti ieri dalla Conferenza delle Parti.

È di ieri la notizia dell’intesa dello stop ai sussidi entro il 2022 alle fonti fossili estere. L’Italia col fiato sospeso fino all’ultimo, sembrava non voler firmare, in extremis rientra nell’accordo. Pesanti i grandi assenti: Cina, India e Russia. A sorpresa, invece, si sono unite anche Polonia e Indonesia.

Un altro accordo è stato strappato sull’abbandono del carbone come fonte di energia, ma non c’è la data, e Stati Uniti, Cina, India e Australia non hanno – almeno per il momento – aderito.

In queste ore però è uscito anche il report di WWF sugli NDC’s e la natura “La natura è lo strumento più efficace a nostra disposizione per contrastare il cambiamento climatico” ha detto Mariagrazia Midulla, “per due motivi: il primo, perché è la migliore difesa – pensiamo alle mangrovie in Indonesia che hanno attutito, qualche anno fa, gli effetti dello tsunami. Oltre a questo, la natura è anche uno strumento per assorbire anidride carbonica”

“Gli alberi sono la tecnologia migliore che abbiamo per assorbire l’anidride carbonica. Quello che si sta pensando di fare per contrastare la CO2 è assolutamente molto più energivoro. Soprattutto la natura ci potrebbe evitare la geoingegneria. C’è il pericolo fortissimo che falliti tutti i tentativi di ridurre le emissioni, di lasciare sotto terra i combustibili fossili, qualcuno vorrebbe pompare zolfo nell’atmosfera per fare una cortina contro i raggi solari. E questo oltre a cambiare il volto del Mondo come lo conosciamo, potrebbe portare a gravi conseguenze. Quando l’uomo gioca a fare Dio il risultato non è mai buono”, ha concluso.

Qui il riepilogo fatto da Open di quanto, fino ad ora, stabilito.

  • Accordo sullo stop alla deforestazione: i 114 Paesi nei quali si estende l’85% delle foreste globali hanno promesso di interrompere la pratica entro il 2030;
  • Accordo sul taglio delle emissioni di gas metano, 80 volte più impattante sull’ambiente della Co2: 105 Paesi si accordano per tagliarle del 30% entro il 2030. In Ue non firmano Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Lettonia, Lituania e Romania;
  • Impegno sui finanziamenti al Sudafrica: Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Unione europea stanziano 8,5 miliardi per la transizione ecologica del Paese sudafricano.
  • Accordo contro i finanziamenti all’industria fossile: 25 Paesi, tra cui Italia, Stati Uniti e Canada, si impegnano a interrompere tutti i progetti da loro finanziati all’estero su combustibili fossili entro la fine del 2022;
  • 40 Paesi si impegnano a uscire dal carbone: 23 paesi si impegnano per la prima volta a eliminarlo dalla produzione energetica. Tra questi ci sono Indonesia, Vietnam, Polonia, Corea del Sud, Egitto, Spagna, Nepal, Singapore, Cile e Ucraina. A non firmare l’accordo sono invece Australia, India, Cina e Stati Uniti.