di Beatrice Borscia e Benedetta Mencarini 3N, Liceo G. Alessi, Perugia
Referente: Chiara Fardella
Perché Bologna?
Negli ultimi anni, Bologna è diventata teatro di disastri naturali, ponendosi come esempio di come i cambiamenti climatici stiano impattando il nostro ambiente con conseguenze sempre più gravi e difficili da ignorare. Eventi meteorologici estremi come precipitazioni intense e frequenti hanno colpito ripetutamente la città e il territorio circostante, causando danni alla popolazione, alle infrastrutture, alle abitazioni e attività economiche. Tra gli episodi più significativi, ricordiamo le alluvioni dell’autunno del 2024, che hanno dato origine a immagini e video semi-apocalittici capaci di infiammare tutti i social: interi quartieri sommersi dall’acqua, frane nelle aree collinari e notevoli disagi alla transitabilità.
Le prove scientifiche confermano che ci troviamo di fronte a un cambiamento catastrofico del clima. L’analisi dei dati pluviometrici realizzata da ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) Emilia-Romagna ha evidenziato che nel periodo dal 1951 al 2011 è stato registrato un aumento della frequenza di giorni con precipitazioni intense, ed è previsto un aumento nei prossimi decenni. L’intensificazione delle precipitazioni ha un impatto diretto su due fronti critici: il rischio idraulico e quello idrogeologico. Il primo riguarda le alluvioni e gli allagamenti urbani, causati dall’incapacità delle infrastrutture già esistenti di gestire volumi d’acqua sempre più elevati in tempi ridotti. Il secondo fronte, altrettanto pericoloso, è quello delle frane e dei cedimenti, che interessano le aree collinari del territorio bolognese. La combinazione di terreni già fragili e precipitazioni violente crea una situazione di instabilità perenne, mettendo in pericolo infrastrutture, abitazioni e persone.
Occorre intervenire sulla struttura della città per migliorare la risposta idrologica del territorio e così permettere di prevenire in modo efficace il rischio di esondazioni; a questo proposito, esistono diverse tecniche che permettono di migliorare la risposta idrologica, evitando che la pioggia che cade in città si converta immediatamente in scarico superficiale. Tali soluzioni puntano a rendere nuovamente permeabili superfici impermeabilizzate in precedenza e/o a immagazzinare l’acqua restituendola più lentamente alla circolazione superficiale o direttamente all’atmosfera attraverso l’evapotraspirazione. Bologna, essendo avanzata tecnologicamente e strategicamente, può adottare varie soluzioni sostenibili per migliorare la risposta idrologica e idraulica del suo territorio.
ADATTAMENTO E SOLUZIONI VERSO LE ALLUVIONI IN CITTA’:
PARCHEGGI PERMEABILI E GESTIONE SOSTENIBILE DELLE PIOGGE
Dal punto di vista del terreno, Bologna non può considerarsi completamente sicura ad affrontare il rischio di un’alluvione: è proprio per questo che sono stati presi provvedimenti per adattare specifiche parti della città ad eventi del genere. Una delle operazioni del Piano Operativo Comunale di Bologna è stata l’interessante proposta di parcheggi permeabili per gestire la pioggia in modo sostenibile.
Il progetto consiste nella realizzazione di pavimenti semi-permeabili, composti da masselli in calcestruzzo, che vanno a ricoprire uno strato di ghiaia e sabbia, obiettivo che si aspetta di veder compiuto quest’anno. In questo modo si previene il riempimento eccessivo del sistema fognario e si sfruttano le capacità drenanti del sottofondo di posa.
Un altro metodo che potrebbe essere utilizzato per rendere la città più efficiente a livello strutturale e più resistente agli allagamenti, è la costruzione di casse di espansione, invasi realizzati per la raccolta dell’acqua dai fiumi durante le piene. La sua modalità di funzione sarebbe divisa nelle tre parti che la compongono: opera di presa, bacino artificiale di espansione e opera di scarico. Si parte dall’opera di presa, costruita in modo tale che, al raggiungimento di un certo livello del corso d’acqua, parte della sua portata venga trasferita nel bacino artificiale di espansione e, sul livello più basso della cassa cioè l’opera di scarico, possa defluire. Inoltre esiste anche il “piano stralcio” che si concentra nelle zone più soggette ad alluvioni, come proprio l’Emilia Romagna. Nel piano vengono programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la diretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato.
CONVERSIONE DEL SISTEMA DI DRENAGGIO VERSO SOLUZIONI SOSTENIBILI
Nelle aree pubbliche di Bologna c’è così tanto cambiamento che si può attuare come:
- un sistema di raccolta dell’acqua meteorica (acqua piovana che non è stata assorbita dal terreno ma al tempo stesso non è nemmeno evaporata) che dilava le superfici scolanti; ponendo questo sistema sui tetti delle strutture, l’acqua non defluirebbe in modo superficiale ma potrebbe venire riutilizzata. Per attivare su larga scala questa raccolta d’acqua, Bologna si impegna nella diffusione del metodo e a rinunciare azone di parcheggio per offrire gli spazi necessari
- Interventi sulla rete viaria, fatta eccezione per le strade facenti parte del centro storico, data la loro protezione essendo parte dei beni culturali. Questi interventi fanno parte del cosiddetto progetto “Infrastrutture Verdi” che non riguarda solamente Bologna o l’Italia, ma tutto il mondo. Un esempio ne è il “Green Infrastructure Plan” di New York: qui sono stati costruiti edifici economicamente convenienti, con l’ottimizzazione del sistema delle acque reflue, monitoraggio della qualità dell’acqua e il coinvolgimento delle parti interessate nella gestione delle acque temporali.
Le azioni previste per il drenaggio sostenibile e la raccolta delle acqua meteoriche sono possibili grazie a tre nuove tipologie di opere:
- Canali filtranti: si trovano al bordo della strada e sono canali che raccolgono l’acqua; una parte di essa viene riportata su terreni pertinenti ed il resto viene fatto affluire in un corpo idrico recettore, dove viene filtrata e trattata per poi essere scaricata in un corpo idrico.
- Trincee filtranti: sono scavi riempiti di sabbia o di ghiaia che servono a mantenere stabile nei suoi valori il volume di runoff, la quantità di acqua che si trasforma in deflusso superficiale rispetto al totale delle precipitazioni, e di valutare il suo trend in relazione ai cambiamenti climatici.
- Area di ritenzione vegetale: è un’area verde strutturata in modo tale da poter racchiudere al suo interno e filtrare le acque meteoriche, che vengono frenate da superficie impermeabilizzate in aree ridotte.
RENDERE IL TERRITORIO PIÙ “RESISTENTE” ALLE PRECIPITAZIONI INTENSE
L’aumento della frequenza e intensità degli eventi meteorici dovuto al cambiamento climatico accresce notevolmente il rischio idraulico; di fronte a questa emergenza, il Comune di Bologna ha intrapreso un piano per rendere la città più resiliente agli eventi meteorologici estremi, proponendo modifiche stabili volte a gestire e mitigare gli impatti delle piogge torrenziali, senza limitarsi a soluzioni emergenziali.
Il piano è agire direttamente sulla natura: non si tratta semplicemente di innalzare argini o ampliare canali, ma di ripensare il territorio affinché diventi capace di convivere con le acque piuttosto che combatterle. Tra gli interventi previsti emergono opere come il risezionamento degli alvei dei corsi d’acqua e la costruzione di bacini di laminazione, opere idrauliche progettate per immagazzinare ingenti volumi di acqua durante le forti precipitazioni, rilasciandoli in modo controllato una volta terminata l’emergenza. Esse rappresentano molto più che semplici soluzioni tecniche: si tratta di veri e propri serbatoi temporanei progettati per attivarsi solo in condizioni straordinarie, quando il rischio di allagamenti raggiunge livelli critici. Tuttavia, il loro ruolo non si limita alla gestione delle piene, queste aree possono essere trasformate in zone seminaturali e ambienti umidi capaci di favorire la biodiversità, ricreando habitat fluviali che nel tempo si sono persi a causa dell artificializzazione della rete idrica. Un’operazione di questo tipo è stata costruita nel comune di Pieve di Cento, della città metropolitana di Bologna: si tratta di un nuovo serbatoio di laminazione in grado di trattenere fino a diecimila metri cubi di acque reflue e poi favorire il loro deflusso graduale .
-AUMENTARE LA RESILIENZA DELLA POPOLAZIONE E DEI BENI A RISCHIO
L’aggravarsi di condizioni climatiche come ondate di calore e precipitazioni intense, con una sollecitazione maggiore rispetto al passato, comporterà anche la necessità di una sempre più accurata manutenzione del patrimonio immobiliare, in particolare i palazzi storici. Questo vale ancora di più per gli edifici che ospitano opere d’arte, siano esse affreschi o collezioni museali. Sarà inoltre necessario, alla luce del recente sviluppo tecnologico, elaborare ed integrare strumenti social per diffondere allerte e comunicazioni in tempo reale a tutta la popolazione.
Nel febbraio 2012 Bologna è stata colpita da una serie di nevicate record (45 cm di neve caduta in un solo giorno, 96 cm totali dal 31 gennaio al 13 febbraio 2012 – fonte ARPA ER). Già nei giorni precedenti agli eventi, i social media ufficiali hanno veicolato messaggi e informazioni sul piano neve della città, sul maltempo in arrivo e sui comportamenti da tenere. In tal maniera i cittadini sono stati avvertiti e aggiornati riguardo alle condizioni climatiche attorno a loro ma, soprattutto, è stato avviato un dialogo continuo con gli abitanti, che a loro volta segnalavano esigenze, priorità e organizzavano squadre di volontari. Sulla base di questa esperienza è stato ritenuto fondamentale l’impiego ed il perfezionamento dei canali social del Comune per l’informazione e la gestione delle situazioni di emergenza, in collaborazione con il supporto e l’intervento della Protezione Civile. L’altra tipologia di strumenti che si stanno cominciando a diffondere, per tutelare beni e persone di fronte agli eventi catastrofici del clima, sono quelli di tipo assicurativo, in grado di trasferire a soggetti terzi una parte del rischio.
