Per salvaguardare il pianeta, non basteranno gli accordi di Parigi, o la carbon tax, c’è bisogno di fare la differenza.
Bisogna essere più attenti a come viviamo e quando necessario modificare le proprie abitudini.
Federica Popilla, una giovane tatuatrice di Arona, ad esempio, ha dato il via al progetto “tatuaggi ecosostenibili”.

L’iniziativa vuole sensibilizzare all’ecosostenibilità il mondo dei tatuaggi attraverso l’abbandono di alcuni strumenti del mestiere, per l’adozione di altri meno convenzionali, ma più bio.
In un’intervista racconta come l’idea sia nata “quasi per caso durante il primo lockdown 2020 passando più tempo sui social, mi sono imbattuta in un blog su cui si discuteva dell’impiego di alternative biodegradabili alla pellicola trasparente.”
Essendo un materiale molto utilizzato nel mondo dei tatuaggi, sia per garantire alti standard igienici, sia per proteggere la cicatrice lasciata dal tattoo appena fatto, la comune pellicola da cucina viene smaltita insieme al resto dei ‘rifiuti speciali’ come aghi, siringhe ecc che vengono smaltiti separatamente e quindi bruciati.
Per questo la necessità di trovare una soluzione alternativa, che potesse nuocere il meno possibile all’ambiente.
Oltre alla pellicola, Federica si rifornisce anche di altri sostituti della plastica bio, il problema però è che sono ancora realtà poco incentivate, in europa mancano produttori, e i prodotti attualmente disponibili hanno prezzi da capogiro.

Gli unici fornitori ad avere prezzi ragionevoli sono oltreoceano il che rende costosa e complessa la distribuzione