Come salvare le città dal cambiamento climatico

di Viola Menchetti 2A, Liceo G. Alessi, Perugia

Referente: Chiara Fardella

Il cambiamento climatico ha portato con sé molti effetti pericolosi per la salute e per la sicurezza dell’uomo (alluvioni, incendi, siccità ecc…); di fatto la reale soluzione sarebbe risolvere il problema alla base, utilizzando energia pulita e sempre meno risorse non rinnovabili, ma anche evitare sprechi. Sfortunatamente non tutti i Paesi nel mondo hanno fondi da investire in energia pulita e in discariche autorizzate, di conseguenza bisognerebbe trovare altre vie per mettere in sicurezza le città.

Per quanto riguarda le alluvioni, l’Italia stessa è a rischio idrogeologico e si sono già verificati fatti tristemente famosi, come ad esempio l’alluvione di Genova del 4 novembre 2011, quella che ha colpito violentemente l’Emilia-Romagna lo scorso anno, o le numerose altre avvenute a Venezia. In effetti tra le zone italiane più a rischio troviamo l’Emilia-Romagna, la Toscana, il Veneto, la Lombardia, la Liguria, la Campania e la città di Roma. 

Le cause sono la conformazione del terreno italiano e i vari interventi realizzati dall’uomo, come il disboscamento o la cementificazione.

In particolare,  a Venezia per risolvere il problema delle alluvioni è stato messo in atto il progetto Mose, ideato dall’ingenger Alberto Scotti, che consiste in quattro barriere  costituite da 78 paratoie mobili in grado di separare l’acqua della laguna da quella del mare.

Un’altra soluzione a questo tipo di problema potrebbe essere l’amplificazione dei sistemi di scolo e depurazione delle acque per potere rendere utilizzabile l’acqua proveniente dalle alluvioni e magari convogliarla alle città che hanno carenza d’acqua.

Un altro problema che rappresenta un rischio per l’uomo e per la natura è quello degli incendi boschivi, causati o aggravati da condizioni ambientali che favoriscono i focolai: caldo estremo e siccità, per esempio. Infatti, nonostante un incendio possa essere di origine dolosa, le condizioni ambientali estreme sono favorevoli alla sua propagazione.

Incendi scatenati o fomentati da condizioni climatiche si sono verificati numerose volte in Sicilia, Sardegna, 

Grecia e recentemente, anche a Los Angeles, se ne è verificato uno molto grande, propagatosi appunto molto  rapidamente per  la siccità e per le temperature sopra la media. 

Questo tipo di incendi rappresenta un grande rischio per il pianeta sotto diversi aspetti: le elevate emissioni di CO2 e la perdita di biodiversità dovuta alla distruzione degli habitat boschivi. Inoltre, anche l’uomo in queste situazioni corre dei rischi, poichè un incendio si può benissimo propagare fino a una città e causare molti morti e feriti.

Si potrebbe quindi optare per la produzione di colture meno vulnerabili a tempeste o incendi, piantare più alberi per assorbire la CO2 e cercare di ridurre l’effetto serra.

E’ evidente, dunque, che per limitare gli  incendi boschivi occorre affrontare il problema del cambiamento climatico cercando di sfruttare il più possibile energia proveniente da fonti rinnovabili riducendo così le emissioni di anidride carbonica e attenuando l’effetto serra.