C’è un motore d’innovazione che sta facendo del Lazio una delle regioni più dinamiche d’Italia sulla strada verso l’energia pulita. E il segreto sta tutto nel “fare sistema”. Un evento recente, “Energia in Rete”, ha messo tutti i pezzi di questo puzzle insieme.
ROMA 29/10/2025
Il Lazio non è solo la regione della Capitale. Sta diventando sempre di più la capitale italiana dell’innovazione per l’energia. La Sala Auditorium del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a Roma ha ospitato l’evento “Energia in Rete”, promosso dalla Regione Lazio insieme a GSE e al Cluster Tecnologico Nazionale Energia (CTNE). Un incontro per mettere in rete istituzioni, università, centri di ricerca, imprese e startup e tracciare la rotta della transizione energetica regionale.
“L’innovazione è la chiave per un sistema energetico più efficiente e inclusivo”, ha dichiarato Vinicio Mosè Vigilante, Amministratore Delegato del GSE. “Il Lazio si sta distinguendo come laboratorio avanzato, dove pubblico e privato collaborano per accelerare il cambiamento.”

Una Regione che crede nell’Innovazione (e i numeri lo provano)

Ma quanto è innovativo il Lazio? Un rapporto recente dipinge un quadro vivace: qui ci sono 1.835 startup innovative (il 14% di tutte quelle italiane), di cui 224 lavorano proprio per cambiare il modo in cui produciamo e usiamo l’energia. Un dato che ci posiziona al secondo posto in Italia, dietro solo alla Lombardia.
E le aziende lo sanno: il 63,8% di quelle intervistate definisce il Lazio una regione “attrattiva per lo sviluppo dell’innovazione energetica”. Non sono solo parole: più della metà (55%) partecipa già a progetti europei per la ricerca e la transizione verde.
Non solo tecnologia: serve una Transizione (anche) Culturale
La vera sfida, però, non è solo tecnologica. Come ha sottolineato Simona De Iuliis, in rappresentanza di Giulia Monteleone, Head of Energy Technologies and Renewables Sources Department di ENEA, “Serve una transizione culturale in contemporanea ad una tecnologica”. Un concetto fondamentale: non bastano pannelli solari più efficienti o batterie più potenti, serve un cambiamento nelle abitudini, nella mentalità e nella formazione di tutti.

La forza della Ricerca e la sfida dei talenti
l Lazio ha un altro asso nella manica: un ecosistema di ricerca d’eccellenza. Enti come Enea e università come La Sapienza sono motori di conoscenza e sperimentazione, proprio dove quella doppia transizione tecnologica e culturale, prende forma.
La strategia vincente si chiama Open Innovation: il 22% delle aziende più grandi collabora attivamente con università, startup e centri di ricerca per trovare insieme soluzioni innovative. E gli acceleratori laziali – come Road, Zest e Zero – sono in prima linea: hanno già accompagnato 60 startup cleantech tra il 2024 e il 2025.
C’è, però, una sfida cruciale da vincere, come lanciano l’allarme molte aziende: la fuga dei cervelli. Nonostante le università e i centri di ricerca laziali sfornino personale qualificato, le aziende faticano a trattenerlo. Il motivo? Non è una scelta, ma una necessità dettata dalla mancanza di investimenti e opportunità che garantiscano a questi talenti un futuro e una carriera dignitosi in Italia. A questo si aggiunge un altro ostacolo per le piccole realtà: la giungla dei finanziamenti europei, spesso così complessa da navigare e con tempi di attesa così lunghi da mettere in crisi la sopravvivenza stessa di un’azienda innovativa.
La Svolta: l’Acceleratore Cleantech e 45 milioni per le idee
Proprio per rafforzare questo “sistema” è nato l’evento “Energia in Rete”. Durante la giornata, startup come Blustorage (accumulo energetico), Helios Domotics (domotica energetica) e Navia (mobilità sostenibile) hanno presentato i loro progetti innovativi, mostrando dal vivo la vitalità del territorio.
“Fare sistema è la chiave”, ha spiegato Francesco Marcolini, presidente di Lazio Innova. “Attraverso l’azione dell’Acceleratore Cleantech e i fondi di venture capital da oltre 45 milioni di euro, puntiamo a rafforzare la rete di imprese, startup e centri di ricerca. Il nostro obiettivo è attrarre investimenti e trasformare il Lazio in un hub nazionale per l’energia pulita.”
La notizia più attesa? L’annuncio della prossima apertura a Roma di un Acceleratore Cleantech. Che cos’è? Immaginate una “palestra” super-attrezzata dove le startup e le PMI che lavorano per l’energia pulita (cleantech) vengono aiutate a crescere, a trovare investitori e a fare incontri con le grandi aziende che possono utilizzare le loro tecnologie. L’obiettivo è chiaro: fare del Lazio la prima regione in Italia per l’innovazione nell’industria energetica.
La Strada è Tracciata
La transizione energetica è una corsa verso il futuro che si gioca su due binari: quello tecnologico e quello culturale. Il Lazio, con le sue idee, la sua ricerca e la voglia di “fare sistema”, si è messo in corsa su entrambi.
“Il Lazio ha tutte le carte in regola per essere protagonista della transizione energetica”, ha ribadito Roberta Angelilli, Vicepresidente della Regione Lazio. “Continueremo a investire in ricerca, formazione e innovazione aperta per rendere il nostro territorio competitivo, attrattivo e sostenibile. L’appuntamento è per il 2026, con l’apertura del nuovo Acceleratore Cleantech.”
La partita è aperta e i prossimi anni saranno decisivi.
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